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Palagonia, rubavano auto e le rivendevano per i pezzi di ricambi: cinque arresti

Redazione La Sicilia

07 Luglio 2020, 12:23

Un traffico di auto rubate è stato scoperto dai carabinieri a Palagonia. Cinque le persone arrestate. L’operazione è stata condotta dai militari della Compagnia di Caltagirone, coadiuvati dai colleghi dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” e da quelli della Compagnia di Palagonia. In manette sono finiti il 31enne palagonese Febronio Cona, ed i catanesi Alberto Salvatore Tropea e Valerio Magni, entrambi 30enni, Massimo Ferrera di 50 ed Alfio Puglisi di 21 tutti accusati di concorso in ricettazione.

L’inchiesta è partita quando una pattuglia di carabinieri a bordo di un’auto civetta stava transitando lungo la SS. 385 quando, in prossimità del bivio con la S.P. 74 II, hanno notato tre autovetture in colonna: una Lancia Musa, un’Alfa Romeo Giulietta ed una Fiat Panda. Il sospetto che qualcosa non andasse per il verso giusto era nato dall’atteggiamento guardingo dei 4 occupanti delle autovetture. I carabinieri tenendosi a debita distanza ed effettuando un controllo radio con la centrale operativa sulle targhe di riconoscimento, hanno scoperto che due di esse erano oggetto di furto e che erano state rubate entrambe a Catania nei giorni scorsi. A quel punto i carabinieri hanno richiesto il supporto di altre pattuglie e dei cacciatori non perdendo di vista il gruppo che nel frattempo si era introdotto in una strada sterrata. I militari, dopo aver trovato un punto d’osservazione, hanno notato che le autovetture si erano fermate nei pressi di un capannone e che gli occupanti le hanno “consegnate” per poi allontanarsi a bordo della Lancia Musa insieme ad una quinta persona, il palagonese Febronio Cona, per andare al bar all’interno di una stazione di servizio sulla SS. 385. I quattro catanesi sono stati bloccati mentre facevano ritorno nel capoluogo. A bordo della loro auto c’era una serie di grimaldelli per la forzatura delle serrature e varie attrezzature elettroniche per procedere al bypass delle centraline delle autovetture nonché, nelle tasche di Ferrera, la somma di 1.460 euro ritenuta il corrispettivo per la vendita versato da Cona al quartetto per la cessione delle autovetture rubate. I militari hanno anche bloccato Cona ancora intento nello smontaggio della Panda nel capannone trovando le autovetture rubate accese ma senza chiavi inserite nel quadro e, accatastati, pezzi meccanici e di carrozzeria di vari veicoli già smontati. Gli arrestati sono finiti in carcere ad accezione di Puglisi che invece è finito ai domiciliari.