Il “Kouros ritrovato” dalla Sicilia al Museo di Arte Cicladica di Atene
La scultura che si compone delle due parti – il busto del giovinetto di Leontinoi, esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa e la “Testa di Biscari” che appartiene alle collezioni del Museo civico di Castello Ursino a Catania - è stata riassemblate in queste ore nella sua dimensione unitaria
Il “Kouros ritrovato” è arrivato ad Atene ed è stato trasportato al Museo di Arte Cicladica, dove da fine settembre fino alla seconda metà di gennaio 2022 resterà esposto nella grande mostra internazionale intitolata “Kάllos, La massima bellezza”. La scultura che si compone delle due parti – il busto del giovinetto di Leontinoi, esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa e la “Testa di Biscari” che appartiene alle collezioni del Museo civico di Castello Ursino a Catania - è stata riassemblata in queste ore nella sua dimensione unitaria, dopo le mostre di questi ultimi anni a Palermo, Catania e Siracusa, frutto della collaborazione fra Regione Siciliana, Comune di Catania e Fondazione Sicilia.
L’arrivo del Kouros nel Museo di Arte Cicladica di Atene rappresenta la prosecuzione di un percorso di valorizzazione, voluto dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana insieme all’assessorato alla Cultura del Comune di Catania e alla Fondazione Sicilia, grazie al quale questa preziosa scultura potrà essere ulteriormente conosciuta a livello internazionale.
"La presenza del Kouros al Museo di Arte Cicladica - sottolinea l'assessore alla Cultura del Comune di Catania, Barbara Mirabella - è motivo di grande orgoglio anche per la città di Catania, nella quale l’opera ritornerà a gennaio 2022. La “Testa apollinea”, rinvenuta nel Settecento da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari, ricongiunta al corpo, a testimoniare l’unicità straordinaria del messaggio scultoreo, è una delle opere più significative del Museo Civico di Castello Ursino. Con il Sindaco Salvo Pogliese salutiamo con soddisfazione l’interesse e la centralità che la Direzione del Museo ateniese hanno immaginato per il “nostro” Kouros, ritrovato e capace di rinnovarsi, con un miracolo che solo l’eternità dell’arte classica poteva regalarci”.
Il Torso di Kouros, rinvenuto a Lentini nella campagna fuori dall’area della città antica, venne acquistato da Paolo Orsi nel 1904 per mille lire dal Marchese di Castelluccio. La statua doveva probabilmente avere destinazione funeraria. Di kouroi, ovvero di quelle figure giovanili nude simbolo eterno della kalokagathia della coniugazione, cioè, di bello e buono, sintesi dei valori di una società che in quelle opere ne vedeva la personificazione, le città siceliote e i centri della Magna Grecia hanno restituito testimonianze in numero sicuramente minore rispetto alla madrepatria, seppur con esemplari di vero interesse. Il torso rinvenuto ai primi del ‘900 a Lentini è una figura acefala di giovane nudo, in posizione frontale. Ad integrazione del torso si è fatta strada negli anni la pertinenza della testa rinvenuta intorno alla metà del Settecento da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari e conservata nel Museo civico di Castello Ursino di Catania che, grazie a studi anche litografici, si è accertato essere parte del kouros e che oggi ci fa parlare di “kouros ritrovato” nella versione ricomposta che sarà esposta al Museo di Arte Cicladica di Atene.