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Valle dei Templi, in una mostra le tecniche di costruzione dei greci

Di Redazione |

Un viaggio nella storia dei Templi per fornire per la prima volta al “grande pubblico” uno spaccato tangibile ed affascinante di come queste strutture vennero tirate su, pietra dopo pietra.

E’ questo l’obiettivo di una mostra permanente che è in corso di installazione nel cuore della Valle da parte della società “Mondo Mostre”, che promuove iniziative di questo tipo e che fa parte dell’Ati che gestisce oggi i servizi aggiuntivi nel Parco insieme a Coopculture. I dettagli al momento sono totalmente “top secret” perché si attende la presentazione formale che avverà solo la prossima settimana, ma basta recarsi sui luoghi per vedere quanto è già presente e farsi un’idea.

Si tratterà, verosimilmente, di una “mostra didattica” che rimarrà alcuni mesi nella Valle e che imporrà quindi a chiunque accede un “surplus” sul biglietto come era già avvenuto per la tanto contestata esposizione di Jean Fabre.Di certo “l’impatto” sarà molto diverso: in diversi punti della via Sacra, infatti, sono stati collocati delle grandi ricostruzioni di macchinari utilizzati dagli architetti della Grecia antica per costruire i templi dell’antica Akragas. E’ già possibile individuare una grande slitta con ruote usata per trasportare massi o altro materiale ma anche dei sistemi su ruote di altro tipo come quelli progettatti e utilizzati dall’architetto e inventore greco Metagene, pensati appunto per trasportare i grandi blocchi di calcarenite con cui i templi sono stati costruiti da un certo punto in avanti.

Sì perché come ci ricorda un’altra installazione che si trova appunto ai piedi del tempio della Concordia, inizialmente furono realizzati dei modelli di legno che venivano semplicemente ricoperti di una mistura a base di miele per evitare che le intemperie potessero danneggiare la struttura. Poi si passò alla pietra ma, come forse non tutti sapranno, i templi non erano anticamente gialli come oggi li conosciamo, ma vennero ricoperti di stucco per richiamare il colore bianco dei templi in calcare presenti in varie zone della sicilia e poi dipinti, nella zona alta, di blu e propora. Una decina di anni fa, in occasione dei lavori di restauro del “Concordia”, si ricorderà, venne collocata una grande stampa che richiamava appunto gli antici colori dell’edificio che vennero ritrovati dopo diversi anni di studio e verifiche sul campo.

Certo è che la mostra, che probabilmente presenterà pannelli esplicativi, restituisce chiaramente non solo uno spaccato di ciò che la Valle è stata, ma soprattutto dà l’idea dell’immane lavoro e dell’assoluto genio utilizzato per realizzare quello che è oggi per noi il “cuore” del turismo di questa provincia ma anche, da alcuni anni ormai, un motore trainante in tema di conoscenza e cultura.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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