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La premier a pranzo in diretta a Domenica In. Ed è polemica di Pd e M5s: «È TeleMeloni»

Bufera sull'evento per cucina italiana ripreso davanti al Colossei. «La Rai, è servizio pubblico»

Enrica Battifoglia

21 Settembre 2025, 21:15

Giorgia Meloni è ospite in diretta di Domenica In, mentre partecipa a Roma, al Tempio di Venere, all’iniziativa 'Il pranzo della domenicà, per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco. E immediatamente scatta la polemica, con la Rai che finisce nel mirino dell’opposizione. Parte all’attacco il Pd che lo definisce «uno spottone per tele-Meloni» e poi rincara la dose la segretaria Elly Schlein: «La premier continua a rifiutarsi di venire in Parlamento a spiegare cosa farà l’Italia rispetto al riconoscimento dello Stato di Palestina. Però continua a trovare il tempo di confezionare spot elettorali sul servizio pubblico. Oggi ci spiega su RaiUno, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina».

Si associa subito il M5s che tira in ballo l’organo di controllo: «È veramente triste vedere in Rai, in una trasmissione molto seguita, un’intervista alla premier Meloni, mentre in alcune Regioni si va al voto. Ricordo - sottolinea la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia - che la sua maggioranza ha bloccato la commissione di Vigilanza, impedendo ogni controllo parlamentare così lei, impunita, può farsi intervistare a Domenica In sui pranzi della domenica».

La polemica cresce di ora in ora e la Rai è costretta ad intervenire: è stata «una pagina di autentico servizio pubblico nel racconto della cultura, delle tradizioni, della nostra industria e della promozione dell’Italia a livello internazionale», precisa una nota. Poi è FdI, il partito della premier, a contrattaccare: «Registriamo una squallida e surreale polemica delle opposizioni, che non sapendo davvero cosa dire adesso si attaccano alla partecipazione del presidente Meloni a Domenica In», argomenta Francesco Filini, capogruppo in commissione di Vigilanza Rai. «Perdono sempre occasione - aggiunge il capogruppo FdI alla Camera Galeazzo Bignami - per sostenere l’Italia, noi lo facciamo sempre anche quando a governare sono loro». Di parere opposto L’Usigrai, uno dei sindacati Rai, che definisce la partecipazione della premier "uno spot elettorale in fascia pregiata».

L’iniziativa, promossa dai ministeri della Cultura e dell’agricoltura e dall’Anci, coinvolgeva oltre 120 piazze. La cucina italiana è «una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione», ha detto Meloni nel collegamento con Roma, che ha aperto la serie delle dirette tv con altre dieci città. Suggestiva la 'location' con una tavolata allestita al tempio di Venere con vista sul Colosseo. All’evento romano hanno partecipato anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, quello della Cultura Alessandro Giuli, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. «La cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo», ha rimarcato premier che ha poi ha raccontato in diretta Rai i suoi pranzi domenicali: «Di solito li passavo con i nonni materni», il ricordo è «legato alle pastarelle, compreso il diplomatico».

Se il segretario di Più Europa Riccardo Magi chiede che "l'Agcom intervenga davanti a questo abuso della Tv pubblica da parte della Presidente del Consiglio», la Rai parla di «servizio pubblico» ricordando che le 10 città capofila dell’iniziativa con le quali sono avvenuti i collegamenti sono «espressione di amministrazioni di ogni orientamento politico», e che «proprio in quest’ottica di coralità e inclusione» è avvenuto il collegamento da Roma con Meloni e Gualtieri.
Con Mara Venier, dallo studio lo chef Massimo Bottura ha fatto da guida nel viaggio dedicato alla cucina italiana, proseguito con Napoli, Livorno, Genova, Alba, L’Aquila, Matera, Palermo e Verona. Se la cucina italia sarà o meno candidata a patrimonio immateriale dell’Unesco bisognerà aspettare l’8 dicembre quando in India, a Nuova Delhi, si esprimeranno i rappresentanti di 24 Paesi chiamati a prendere la decisione.