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Archeogastronomia siciliana

Di Redazione |

La “mustata” di uva siciliana costituisce una ricetta antica che si tramanda da diverse generazioni e che fa parte della storia archeogastronomica della Sicilia. È un dolce tradizionale , una sorta di budino a base di mosto,farina e cenere , che si prepara nel periodo della vendemmia. Esso è simile per molti versi alla “moustalevria”, piatto analogo realizzato, per tradizione e consuetudine, a tutt’oggi dalle famiglie greche in autunno. Simile piatto ha il merito di svelarci le radici più remote delle nostre abitudini alimentari odierne nonché invitarci alla riscoperta di sapori, aromi e odori di un mondo antico.In particolare la “mustata” siciliana rivelerebbe una fortissima connotazione sacra e simbolica specifica di vetusta matrice ellenica. Uno degli elementi arcaici più forti potrebbe difatti essere costituito dall’utilizzo della cenere dei tralci di vite dell’annata precedente , potati , fatti essiccare per tempo e messi a bruciare. La vite, come ben sappiamo, è pianta legata alla figura di Dioniso, dio della vite, e strettamente connessa al mito della sua morte, ridotto in cenere, e rinascita. Grazie alla “mustata” abbiamo modo così di “assaporare il passato” e scoprire ,attraverso il gusto e l’olfatto, l’arcaico che sopravvive nei nostri tradizionali cibi siciliani.

Segnalazione e fotogalleria di immagini, personali e dal web , diRosamaria Rita Lombardo – archeologa autrice de “L’ultima dimora del re.Una millenaria narrazione siciliana “svela”la tomba di Minosse “-Fara Editore e “Minosse e l’enigma del Monte Guastanella . Con Paolo Orsi a Guastanella , in terra di Sicilia, sulle ormec dell’ultima dimora del re Minosse: una sorprendente ipotesi archeologica “Arbor Sapientiae editoreCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA