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Sicurezza, Orlando e Lorefice: sit-in e messa contro decreto “dis”-umano

Di Redazione |

PALERMO – Leoluca Orlando aspetta che la piazza si riempia, poi scende per raccogliere il consenso alla sua annunciata decisione di sospendere l’applicazione di alcune norme del decreto sicurezza sulla residenza dei migranti con permesso di soggiorno. «Sono un insulto non solo ai migranti ma anche agli italiani e alla nostra cultura dell’accoglienza», ripete. E attacca ancora Matteo Salvini. La sua è quasi una sfida. Al ministro manda un messaggio: «Al suo nervosismo – dice – rispondo che ho esercitato le mie funzioni di sindaco: ho sospeso l’applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti, che sono persone».

Il clima di scontro si arroventa ulteriormente quando, negli ambienti del Comune di Palermo, comincia a circolare la notizia, poi smentita dalla Questura e dagli stessi funzionari, di una visita della Digos all’ufficio Anagrafe. Il ministro dell’Interno ha ripetuto oggi che non manderà “ispettori: quei sindaci ne risponderanno ai loro cittadini”, ma Orlando tira dritto e conferma che si rivolgerà alla magistratura per provocare un giudizio della Corte Costituzionale sulla legge. La piazza applaude. Sono centinaia le persone che, sotto la pioggia, sono venute per rispondere all’appello di associazioni, forum, sindacati. Al sit-in non hanno portato bandiere ma uno striscione che riassume tutto il senso della manifestazione: «Palermo per accoglienza e solidarietà».

E questo è anche il tema toccato dall’arcivescovo Corrado Lorefice durante la messa celebrata a palazzo delle Aquile proprio mentre in piazza si protestava contro il decreto: «Siamo fatti per l’amore, non per l’odio. Per incontrarci, non per separarci, per fecondarci di bene vicendevolmente». Lorefice non parla esplicitamente di migranti. Ma il tema traspare tra le righe e riaffiora in modo più esplicito in un passaggio della sua preghiera, diffusa anche nelle parrocchie, in cui dice: «Tu, Gesù, sei stato il primo profugo dell’era cristiana. Aiutaci ad aiutare ogni uomo che chiede accoglienza». E da qui l’invocazione che assume il tono di una critica: «Fai in modo che non ci accada di rimanere in silenzio dinnanzi ai “dis”-umani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA