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Processo Loris, quando la mamma Veronica si scagliò contro il suocero dopo la condanna a 30 anni

Di Redazione |

Oggi potrebbe essere confermata dalla Cassazione la condanna a trent’anni di Veronica Panarello, emessa dalla Corte d’assise d’appello di Catania. Il pg della Suprema Corte Roberta Maria Barberino ha fatto questa richiesta. La donna è accusata di aver ucciso il figlioletto Loris di otto anni strangolandolo con alcune fascette di plastica e di aver poi gettato il suo corpo in un canalone in campagna. Il bambino è stato ucciso il 29 ottobre 2014 nell’abitazione di famiglia a Santa Croce Camerina (Ragusa). 

La sentenza di secondo grado che confermò il processo di primo grado è arrivato il 5 luglio del 2018: una sentenza che in quell’occasione la donna, vestita di nero, capelli lunghi schiariti, non accettò reagendo violentemente prima contro un giornalista, che mandò “al quel paese”, e poi contro il suocero, Andrea Stival, che lei ritiene la causa di tutti i suoi mali: lo ha accusato di avere ucciso Loris per non fargli rivelare al padre di una loro presunta relazione, ma non è stata mai creduta da più giudici. In aula, in piedi, lo indicò nettamente con un dito e urlò: “Sei contento? E tutta colpa tua, ma ti ammazzo con le mie mani quando esco…”. La donna fu portata fuori dalla polizia penitenziaria.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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