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Sandro Frascogna: «Così il mondo della musica deve riscoprire la solidarietà»

Di Redazione |

La scatola musicale si è inceppata, i perfetti meccanismi si sono improvvisamente fermati, creando scompensi aritmie, panico, resa incondizionata. Il futuro narra di incertezze, paure latenti, su quando e come sarà in grado una ripartenza di lunga percorrenza.

Abbiamo scandagliato lo stand by, insieme ad un uomo di percorso, che di tour e chilometri ne ha macinati parecchi a fronte di una carriera lungimirante, d’alta classe, portandolo ad indossare l’abito dei tra più qualificati direttori di produzione che il live italiano offra.Sandro Frascogna, partenopeo di nascita, veneto di residenza, ha iniziato per gioco su una scommessa che si è tramutata in professione, istigato dall’amico Edoardo Bennato durante le partitelle di calcio sul campo di Licola, luogo deputato all’incontro del nucleo umano cresciuto a Bagnoli 55, tutt’oggi motore portante della squadra intorno alla figura del menestrello napoletano.

Gli inizi di questo viaggioL’anno di partenza è il 1978, decisi dopo vari suggerimenti di Edoardo, a raccogliere questa sfida, vivendo quanto stava nascendo intorno al successo di “Burattino Senza Fili”, un rapporto durato fino al 1994, mai interrotto sotto l’aspetto umano, anche se la mia vita concertistica si è spostata su altre direzioni

Siete stati i primi a sfondare il muro del “tutto esaurito” a San Siro nel 1981Un’esperienza unica la visita negli stadi, soprattutto Milano, talmente lontani dall’idea di riempirlo, talmente impreparati che per trasportare il denaro dell’incasso, in quel periodo erano inesistenti le prevendite on line, abbiamo usato dei mega sacchi solitamente destinati ad altro uso.

Metà degli anni novanta sulla tua strada Eros Ramazzotti, dopo una collaborazione con Gino PaoliAltro periodo denso di itinerari, non solo italiani, ma internazionali, probabilmente la scintilla che ha fatto avvicinare il pubblico europeo e d’oltreoceano alle canzoni di un ragazzo romano che cantava e canta l’amore per la musica, infondendo al di là dei gusti di ognuno noi, una forte personalità

Che tipo di arricchimento hai raccolto nel transito insieme a Luciano PavarottiEnorme il suo infinito carisma, l’opportunità di conoscere Bono Vox, Brian Eno, Ringo Starr, Sting, la bellezza del Pavarotti International, momenti non descrivibili mediante le parole, vissuti grazie ad una circostanza e a Red Ronnie

Il presente costellato da supervisore per i più acclamati tour italianiCarboni, De Gregori, Venditti, colonne portanti della musica italiana, ancora in grado di fare numeri nei luoghi dei loro concerti

Pino DanieleAlla mia vita manca il suo sorriso, i concerti, la strada condivisa e quella sensibilità nata da affinità umane, non riesco ad accettare la sua scomparsa

Momento delicato per la musica, quello attuale, tra emergenza sanitaria e contingenza, all’orizzonte quali prospettive alla luce di alcune esternazioni arrivate dall’area artisticaPeriodo oscuro, oserei dire, difficile nella lettura, nelle soluzioni, tanta incertezza che coinvolge le maestranze, bisogna prendere spunto dalla solidarietà, vale l’esempio del “Panaro Solidale” dell’Associazione Vico Pazzarielo a Napoli, un gesto nobilissimo fotografato da una frase immagine, “Chi può metta, chi non può prenda”, la musica, nei suoi rappresentanti migliori deve muoversi in tal senso, creando un fondo comune per tutelare, chi improvvisamente si trova spalle al muro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA