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Taormina, i 100 di Villa Sant’Andrea: quando la casa da sogno dell’ingegnere Trewhella diventò un hotel

Di Redazione |

Taormina (Messina) – E’ una storia di una sorprendente bellezza quella di Villa Sant’Andrea, da anni albergo del turismo d’èlite, ma più anticamente residenza privata incastonata, come una perla, in una delle baie più suggestive di Mazzarò, a Taormina, e che nei giorni scorsi ha festeggiato il suo 100esimo compleanno di vita. Una storia antica, che risale a 100 anni fa quando, esattamente nel 1019, l’ingegnere inglese, originario della Cornovaglia, Robert Trewhella volle costruire per la sua famiglia una villa da sogno che si affacciasse sulle acque cristalline dello Ionio.

Trewhella era arrivato in Italia intorno al 1850 per contribuire allo sviluppo delle infrastrutture del Paese: aveva infatti costruito anche la ferrovia Circumetnea, la linea ferrata che ancora costeggia la base dell’Etna. Innamoratosi delle viste mozzafiato di Taormina, iniziò ad edificare una sfarzosa villa affacciata sulla spiaggia come residenza estiva, completata nel 1919 dal figlio Alfred, che la chiamò come il Capo Sant’Andrea della Baia di Mazzarò. Nel primo ventennio del 900, i Trewhella ampliarono la villa, aggiungendo un giardino terrazzato con piante e flora mediterranea e arricchendo la casa con pezzi d’antiquariato e dipinti che trasformarono Villa Sant’Andrea in un autentico angolo di paradiso siciliano.

Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, la famiglia fece ritorno in Inghilterra e la villa fu requisita dagli ufficiali tedeschi; ma, per un caso del destino, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943 e grazie ad Ivor Manley, sposato con la figlia di Trewhella e Generale dell’esercito inglese, Villa Sant’Andrea venne liberata. Nel 1950 la famiglia tornò a Taormina e la magnifica residenza privata fu trasformata in albergo: il primo direttore della struttura ricettiva fu il nipote di Alfred Trewhella, Richard Manley, che aveva ereditato il prezioso bene di famiglia. Dagli anni ’60 in poi, l’hotel divenne un rifugio elitario, attirando l’alta società siciliana, oltre a volti noti d’ oltreoceano. Negli splendidi salotti della villa e nelle spaziose terrazze con affaccio sul mare, i Manley si trovarono a intrattenere Burt Lancaster e tanti altri divi che partecipavano al Festival del Cinema di Taormina, tra cui Richard Burton, Elizabeth Taylor, Francis Ford Coppola, Al Pacino e Robert De Niro.

Il legame con cinque generazioni di Trewhella si concluse nel 1985, quando i Manley rientrarono definitivamente in Inghilterra. Ma la sensazione di entrare in un’accogliente villa privata rimane viva ancora oggi (Villa Sant’Andrea è entrata nella collezione Belmond nel 2010).

La lunga e affascinante storia è stata raccontata lo scorso 18 maggio nel corso dei festeggiamenti per i 100 anni della struttura. Immagini, anche d’epoca, sono state proiettate sulla facciata di Belmond Villa Sant’Andrea in uno spettacolare gioco di luci e suggestioni: una festa in stile retrò e con musica electro-swing a cui ha preso parte  anche la famiglia Manley i cui membri più giovani hanno avuto modo di conoscere più da vicino alcuni momenti del glorioso passato, in terra di Sicilia, della propria famiglia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA