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Il flop del fondi europei: in Sicilia oltre 80 mila progetti, solo il 15% conclusi

La elaborazione di OpenCoesion sull'utilizzo dei finanziamenti del Fesr e del fc: poche luci e molte ombre

Di Franca Antoci |

La riduzione delle disparità economiche e sociali e la promozione dello sviluppo sostenibile. Sono questi gli obiettivi che, con la Politica di Coesione (o politica regionale europea)  l'Unione europea mette in campo per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri e per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale. 

Tradotta in numeri, la “politica di coesione” costituisce il quadro politico alla base di centinaia di migliaia di progetti, finanziabili con una programmazione settennale, in tutta Europa che ricevono finanziamenti attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo di coesione (il Fondo di coesione è destinato gli Stati membri dell’Ue con un Pil inferiore al 90 % rispetto alla media europea.

Il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) è destinato a contribuire alla correzione dei principali squilibri regionali esistenti nell'Unione, partecipando allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo nonché alla riconversione delle regioni industriali in declino (articolo 176 Tfue, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea).

Il Fondo di coesione (Fc), che è istituito per l'erogazione di contributi finanziari a progetti in materia di ambiente e di reti transeuropee nel settore delle infrastrutture dei trasporti (articolo 177 Tfue) negli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell'Unione (nell'attuale programmazione Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria e quindi non l'Italia).

Il Fondo sociale europeo (Fse), che ha l'obiettivo di promuovere all'interno dell'Unione le possibilità di occupazione e la mobilità geografica e professionale dei lavoratori, nonché di facilitare l'adeguamento alle trasformazioni industriali e ai cambiamenti dei sistemi di produzione, in particolare attraverso la formazione e la riconversione professionale (articolo 162 Tfue).

«Attraverso i suoi 11 obiettivi tematici – recita il testo dell’Ue – la politica di coesione contribuisce al raggiungimento di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. I fondi della politica di coesione costituiranno il principale strumento di investimento per le misure a sostegno di occupazione, innovazione, istruzione, inclusione e a favore del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio. Gli Stati membri utilizzano i fondi per finanziare programmi tematici che riguardano l’intero paese (in materia di ambiente o trasporti, ad esempio) oppure programmi regionali che consentono di incanalare i fondi in una specifica parte del paese». 

L'intento è nobile, le risorse economiche utili, l'attuazione complessa. Il risultato? L'inevitabile perdita di occasioni vitali per il territorio che spesso manca di capacità progettuale, indispensabile per la richiesta dei finanziamenti, e ancora peggio di capacità di attuazione e completamento di progetti finanziati e dimenticati. Così a guardare tutti i cicli di programmazione (fino al 2020) ed esaminando il contesto siciliano in euro troviamo 85.754 progetti con un costo pubblico di 41 miliardi e un finanziamento di 34,8 dal Fondo di coesione.

L'investimento pubblico si ritrova con il 15% di progetti conclusi, l'8% liquidati, il 73% in corso e il 3% non avviati. Un po' più elevate le percentuali delle risorse di coesione utilizzate, 18 miliardi su 19,5, che equivalgono al 33% di progetti conclusi, 18% liquidati e il 50% in corso. I settori d'intervento prescelti, quadro della carenze maggiori dell'Isola, vedono in testa i Trasporti (38%- 21% Fc), seguiti da Ricerca e innovazione (20% – 27% Fc), Ambiente (10% – 7% Fc), Occupazione (7% – 11% Fc), Istruzione (6% – 9% Fc), Inclusione sociale (5% – 6%), Cultura e turismo (4% – 6% Fc), Competitività imprese (3% – 4% Fc ), un 2% (3% Fc) per Agenda digitale, Energia e Rafforzamento Pa e fanalino di coda, anche con Fc, Infanzia e anziani con l'1% e 0% (1% Fc) per Città e aree rurali.

Nell'ambito dei progetti la spesa viene indirizzata sull’acquisto beni e servizi (4.931.546.072), Infrastrutture (7.525.962.684), Incentivi alle imprese (3.866.370.002), Contributi a persone (554.594.758) e Conferimenti di capitale (2.609.096.512). Gli enti attuatori maggiori sono RFI Spa, Regione Siciliana, Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale Spa, Anas Spa, Inps, Unicredit Mediocredito centrale Spa, Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.I progetti che hanno ottenuto i finanziamenti maggiori riguardano l’itinerario Messina -Catania: raddoppio Giampilieri – Fiumefreddo: l'inizio dei lavori è previsto per il prossimo 19 febbraio, la fine il 25 settembre del 2029. L’importo è € 2.300.000.000.

A seguire il raddoppio Palermo-Messina – tratta Fiumetorto-Ogliastrillo. L'intervento ammesso a finanziamento riguarda il raddoppio del tratto ferroviario compreso tra le stazioni di Fiumetorto e l'interconnessione Ogliastrillo. Con inizio il 21 maggio 2008, i lavori si sarebbero dovuti concludere il 31 dicembre 2021. Il progetto risulta in corso con una spesa effettuata dell'8% al 31 ottobre 2021. L’importo è € 1.467.527.082.

E infine la Riserva Pon Ic fondo centrale di garanzia è l'incremento della dotazione finanziaria per le piccole e medie imprese. L'inizio era previsto il 9 novembre 2020 ma l'inizio effettivo è del 7 aprile 2020 con fine il 31 dicembre. Il fondo è stato liquidato per un importo di € 1.433.693.205. Gli ultimi progetti conclusi sono legati all'Istruzione e riguardano i Comuni di Nicolosi, Lipari e Palermo. E' Palermo il Comune che ha presentato il maggior numero di progetti (20.592) e ottenuto il maggior numero di fondi (7,3 miliardi di cui spesi 3,1), seguito da Catania (6.563 progetti per oltre 4 miliardi di finanziamenti e una spesa di quasi 2 miliardi e Messina (3.644 progetti per oltre 5 miliardi di investimento e un miliardo già speso).

A lasciare perplessi, oltre alle complesse modalità di accesso ai bandi, sono i tempi di realizzazione dei progetti che finiscono raramente per corrispondere con la data d'inizio dell'erogazione dei fondi e quasi mai alla data di fine lavori stabilita. Per esempio ci sono progetti che accompagnano più generazioni. Come il “Prolungamento della rete ferroviaria nella tratta metropolitana di Catania, dalla stazione centrale all'aeroporto – tratta Stesicoro aeroporto. Primo lotto”: la data d'inizio è novembre 1990, dei 77.305.000 milioni di euro stanziati ne sono stati erogati 32.623.675,66 e i lavori risultano tutto in corso. Sospeso invece il completamento della rete che doveva cominciare nel 2003 con uno stanziamento di ulteriori 420 milioni di euro. I dati, aggiornati al 31 ottobre 2021, sono forniti da OpenCoesione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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