L'inchiesta sulle navi fantasma russe al largo di Augusta, la procura di Catania apre un fascicolo
Gli spostamenti di fronte alle coste siciliane per scaricare il petrolio di Mosca hanno attirato l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia etnea
epa11795847 A handout photo made available by Finnish Border Guard shows a helicopter used by the authorities during an operation to transfer the Eagle S tanker from the Gulf of Finland to Svartbeck inner anchorage near the port of Kilpilahti, Finland, 28 December 2024. Finnish authorities are investigating the Eagle S, an oil tanker registered with the Cook Islands, suspected of having caused the outage of an undersea power cable connecting Finland and Estonia on 25 December. EPA/FINNISH BORDER GUARD HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
La flotta fantasma russa prova a sparire ma non ci riesce. Gli spostamenti a largo delle coste siciliane, e le soste di fronte ad Augusta, hanno attirato l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Catania, guidata dal procuratore Francesco Curcio, che avrebbe aperto un fascicolo.
Grazie all’elenco delle navi che attraccano ad Augusta e a Santa Panagia (Siracusa), è stato possibile ricostruire una serie di trasferimenti di petrolio “ship-to-ship”, da nave a nave, avvenuti appena fuori dalle acque territoriali italiane. In un’inchiesta di Report con Greenpeace, il Mediterraneo di fronte alla Sicilia orientale viene definito il nuovo “hub” per gli scambi da nave a nave, incluse quelle della “shadow fleet” di Putin.
«Negli ultimi due anni, il volume di greggio russo trasportato dalla shadow fleet è cresciuto in maniera esponenziale, fino a coprire il 70 per cento delle esportazioni totali russe via mare», si legge nell’indagine dell’associazione ambientalista. In base alle sanzioni occidentali contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina, è vietato ai Paesi dell’Unione Europea, del G7 e all’Australia di importare e molti dei suoi derivati se provengono da Mosca. È questo embargo ad avere costretto il colosso russo Lukoil a vendere alla società cipriota Goi Energy le raffinerie di Priolo Gargallo, all’inizio del 2023.
«Al contempo agli stessi Paesi non è con sentito fornire servizi di assistenza tecnica, intermediazione e assistenza finanziaria a nessuna delle entità coinvolte nel trasporto marittimo di petrolio russo […] È proibito partecipare consapevolmente in attività svolte con lo scopo di eludere le sanzioni imposte, tra cui operazioni StS (ship to ship, ndr) finalizzate a “riciclare” petrolio russo o consentire a un carico originato da una imbarcazione sottoposta a sanzioni di proseguire il suo viaggio», prosegue Greenpeace. È questo, invece, che è avvenuto a largo delle coste siciliane.
Prima che la Marina militare greca, da maggio 2024, emanasse un avviso di esercitazioni militari, il luogo prescelto per le attività della shadow fleet era il golfo di Lakonikos. L’avviso militare ha costretto le petroliere ad abbandonare lo spazio a margine delle acque territoriali della Grecia, che hanno così cominciato a colonizzare quelle italiane. Da gennaio a novembre 2024 sono stati monitorati 33 scambi ship-to-ship nel golfo di Augusta, con 52 navi complessivamente coinvolte. Di queste 11 (cioè il 21 per cento) vengono definite «probabili o sicuri membri della shadow fleet».
Le navi della flotta fantasma sono antiquate, non adeguatamente assicurate per eventuali danni ambientali e battono bandiere di comodo. Oltre che dal punto di vista geopolitico, sono un rischio anche per l’ambiente. Il 4 novembre il trasferimento Sts tra la nave Rock, identificata come parte della flotta fantasma, e la nave Flamenco si è svolto a soli 300 metri dai limiti delle acque territoriali italiane. Due giorni prima, la stessa Rock aveva partecipato a un’operazione dello stesso tipo con la nave Iblea a 400 metri di distanza dallo stesso limite.
Nelle operazioni monitorate si stima che siano stati scambiati «5,24 milioni di tonnellate di petrolio e derivati in totale, di cui il 24 per cento (1,26 milioni di tonnellate) ha coinvolto almeno una nave identificata come parte della shadow fleet», continuano gli ambientalisti.
Oltre alla già citata nave Rock, tra le navi controverse c’è la Eagle S, attualmente sotto sequestro in Finlandia perché sospettata di avere tranciato il cavo sottomarino Eastlink 2 nel mar Baltico, che ha girato apparentemente a vuoto a largo di Augusta per un mese, tra gennaio e febbraio 2024. A queste, tra quelle identificate come sospette da Greenpeace, si aggiungono: la Indus 1 (bandiera panamense, Sts del 4 novembre 2024 con la Bellaris); la Marta 1 (bandiera panamense, sei trasferimenti tra maggio e novembre 2024); la Helga (bandiera di Palau, Sts del 31 agosto 2024 con la Pioneer); la Horai (bandiera del Gabon, Sts del 27 luglio 2024 con la Epik); la Bellaris (bandiera panamense); la Mythos (bandiera del Gabon, Sts del 25 ottobre 2024 con la Marta 1); la Electra (bandiera del Gabon, Sts dell’8 settembre 2024 con la Nounou); la Silverlight (Isole Marshall, Sts del 14 agosto con la Marta 1); e la Ji Xiang (Panama, Sts del 28 maggio con Marta 1).