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Avviare partecipazione attiva per una visione d’insieme della città futura: «Catania ha bisogno di progettazione partecipata»

Dialogo con le associazioni del territorio

Di Redazione |

CATANIA – Progettare insieme per abitare una città diversa, inclusiva, sicura, sostenibile e che migliori la qualità della vita di chi la abita: il ruolo degli Architetti quale importante elemento di raccordo, supporto e mediazione tra le richieste della città “dal basso” e le esigenze della P.A. nell’ottica dell’efficacia dell’idea futura di città. È quanto emerso dalla prosecuzione della serie di incontri programmati dall’Ordine (Presidente Sebastian Carlo Greco) e dalla Fondazione (Presidente Eleonora Bonanno) degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori etnei: un’attività sempre più presente sul territorio, aperta al dialogo con Enti, Istituzioni, Ordini professionali e, soprattutto, cittadini. Recente ulteriore tappa di dialogo, lo scorso martedì – 7 dicembre – con le associazioni Officine Culturali (presente Francesco Mannino), CittàInsieme (Mirko Viola), Acquedotte (Giovanni Romeo) e il Comitato Popolare Antico Corso (Giuseppe Lanza e Salvo Castro).

Un incontro che ha dato seguito all’evento “La città dell’abitare: tra sussidiarietà, qualità e bellezza” svoltosi il mese scorso – finalizzato a fornire contributi condivisi al forum di consultazioni avviato dall’Amministrazione per la realizzazione del nuovo Piano Urbanistico Generale – e «volto a instaurare sinergie e azioni convergenti mirate alla reale conoscenza dei bisogni della città. Partendo dal presupposto che la conoscenza è alla base della qualità del progetto, ascolto e condivisione risultano fondamentali per costruire insieme un nuovo modo di guardare allo sviluppo della città: dare vita a progetti pilota che contribuiscano al cambiamento anche per mezzo di micro-interventi, che possono essere affiancati alla macro-progettazione (pianificazione)», ha spiegato il segretario e referente del Governo del Territorio dell’Ordine Giuseppe Messina. «Una raccolta di istanze – ha proseguito – che integrerà quelle già raccolte in occasione dell’attività di dialogo già intrapresa con le sei municipalità, interrotta a causa del sopraggiunto lockdown. Tanti gli spunti forniti dalle Associazioni intervenute, da cui sono emersi la necessità di riqualificare le aree degli ospedali dismessi, l’importanza di individuare un luogo preposto a Urban Center, quella di mantenere vivi i presidi culturali sul territorio e di un impegno comune nel seguire la realizzazione del progetto della Spina Verde di cui si parla da tempo. Un progetto in cui ampie aree verdi attraversano il tessuto urbano, realizzando spazi urbani destinati alle passeggiate a piedi e in bicicletta, ai giochi e alle attività sportive, fornendo alla città nuove occasioni di socializzazione all’aperto, aspetto divenuto ancora più importante in era Covid. Una necessaria visione d’insieme, insomma, che riesca a guardare agli errori del passato trasformandoli in strumenti utili al cambiamento e alla crescita».

Un confronto fondamentale secondo la categoria etnea, «consapevoli che solo attraverso la collaborazione tra tecnici e associazioni è possibile avere una città funzionale e in grado di rispondere alle esigenze della popolazione. Catania ha bisogno di qualità e di bellezza per sopperire, attraverso interventi di architettura contemporanea e di rigenerazione urbana, a un costruito ormai vetusto, poco sicuro ed energivoro – hanno aggiunto i Presidenti di Ordine e Fondazione Sebastian Carlo Greco ed Eleonora Bonanno – ma, per rendere efficaci gli interventi, bisogna che questi siano collegati tra loro e non fini a se stessi. E questo è possibile solo avendo una visione d’insieme dell’idea di città futura attraverso un attento processo di pianificazione».

All’incontro erano presenti anche i Consiglieri dell’Ordine e della Fondazione Andrea Toscano e Giovanni Longhitano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA