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Covid19, notai catanesi

Studi sempre aperti nel rispetto della salute pubblica

Di Assia La Rosa |

Tra le attività che non hanno mai subìto una battuta d’arresto – lockdown incluso – per garantire ai cittadini quei servizi ritenuti “essenziali”, ci sono quelle effettuate dai notai. Una categoria professionale che ha offerto, e continua a offrire, assistenza in sede, anche dopo la stretta degli ultimi decreti. Ma com’è cambiato l’atto di stipula all’interno degli studi? Quanto e come le misure di prevenzione e protezione hanno inciso sull’andamento professionale della categoria? A rispondere è Andrea Grasso, presidente del Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone, in rappresentanza di tutti i colleghi che operano nel territorio etneo.

Presidente come avete affrontato questo periodo d’emergenza?        «Gli atti necessari e non procrastinabili sono stati come sempre stipulati negli studi notarili – sottolinea Grasso – che non hanno mai fermato la propria attività, con i dipendenti e i collaboratori che hanno continuato a lavorare sia in studio che da remoto. Il Notaio è un Pubblico Ufficiale, e la nostra attività rientra quindi tra i “servizi essenziali” fortemente radicati sul territorio: la nostra categoria rappresenta infatti “garanzia di legalità”, che “dev’essere assicurata nell’interesse dei cittadini e dello Stato sia in momenti ordinari, sia in momenti eccezionali e imprevisti”. Nella Fase1 abbiamo diffuso internamente un documento informativo, elaborato sulla base del Dpcm, con cui invitavamo i colleghi a stipulare in casi di necessità e urgenza. Non si può nascondere che l’attività abbia subìto una flessione, da noi stimata intorno al 25/30%, con stipule molto spesso rimandate su richiesta degli stessi clienti. Differente è stato invece il periodo successivo al lockdown e quello che stiamo vivendo attualmente nella Fase2, che ha visto soprattutto una ripresa delle stipule in materia immobiliare. Credo che proprio in questo momento d’emergenza, la nostra funzione sia stata maggiormente compresa nella sua importanza, uscendone rafforzata e valorizzata».

Quali le misure necessarie adottate per ricevere il “pubblico” in sicurezza? «Abbiamo programmato attività e appuntamenti nel pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie vigenti. Abbiamo chiesto ai cittadini di recarsi presso gli studi senza accompagnatori non coinvolti nella stipula (con accesso di chi deve apporre firma), rispettando gli orari fissati (senza cioè accedere con anticipo per non sostare nelle sale d’attese), rispettando le distanze di sicurezza e adeguandosi alle prescrizioni previste dal Governo e adottate dallo studio. Dalla sanificazione dei locali e delle superfici a contatto con i clienti, alla presenza di alcool e disinfettanti a disposizione del pubblico: tenuto conto delle particolari condizioni epidemiologiche territoriali, misure anticovid e protocolli di sicurezza sono stati rigorosamente messi in atto a tutela della salute pubblica. Ovviamente – così come avviene in qualsiasi luogo – non può entrare in studio chi presenta sintomi febbrili, raffreddore e tosse; tutti i partecipanti devono concorrere a far sì che l’incontro si svolga nel più breve tempo possibile (compatibilmente con la lettura integrale dell’atto e il dovere di piena informazione del cliente, che il Notaio rogante deve sempre e comunque garantire). Occorre grande responsabilità da parte di tutti: professionisti e cittadini. Nessuno escluso».

La vostra categoria era pronta per questa rivoluzione digitale forzata dagli eventi in corso?        «La nostra categoria professionale non si è trovata impreparata, anzi – continua il presidente – i processi d’informatizzazione sono stati già avviati da tempo e assumono sempre più un ruolo rilevante per le nostre attività. Ci sono già molteplici adempimenti che è possibile effettuare online – soprattutto in riferimento ai collegamenti con la PA e all’archiviazione degli atti con il sistema informatico di conservazione a norma, attraverso le applicazioni già attive a livello nazionale – inoltre il ricorso allo smartworking per i nostri dipendenti non ha rappresentato un ostacolo. Cosa un po’ diversa invece è la stipula, dov’è necessario assicurare il giusto equilibrio e le dovute garanzie tra digitale e presenza fisica».

È un momento delicato, soprattutto per la Sicilia e per il capoluogo etneo, dove attualmente si stanno registrando tantissimi casi di contagio…

«Occorre non abbassare la guardia, soprattutto adesso – conclude il presidente Grasso – oggi purtroppo, rispetto alla prima fase d’emergenza sanitaria, stiamo toccando con mano la pericolosità di questo virus, che ha rimodulato le vite di tutti noi. Nella speranza di poter presto superare questo momento critico, siamo particolarmente vicini al mondo forense catanese che sta attraversando un momento doloroso con le recenti perdite di alcuni colleghi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA