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Una diagnosi precoce per scongiurare la crisi d'impresa

Salvatore Virgillito: «Il Codice ci mette davanti a una sfida professionale, occorre un salto di qualità da parte di tutti i professionisti coinvolti»

Redazione La Sicilia

23 Dicembre 2022, 16:22

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CATANIA – Un focus sulle le linee-guida da seguire nel delicato mondo delle procedure concorsuali e sui nuovi strumenti a disposizione dei professionistiprevisti dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022. Questa la finalità del Convegno “Curatore e Commissario nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’insolvenza”, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania, dall’Ordine degli Avvocati di Catania, dal Centro Studi Diritto Fallimentare di Catania “Prof. Giuseppe Ragusa Maggiore” e in collaborazione con il Tribunale Civile di Catania IV Sezione Fallimentare, tenutosi presso l’Aula adunanze del Tribunale di Catania.

Sul tavolo del dibattito le novità legate al ruolo del curatore fallimentare, quelle relative agli effetti della liquidazione giudiziale per il debitore, per i creditori e sugli atti pregiudizievoli per i creditori, i rapporti giuridici pendenti e i profili giuslavoristici. Oggetto di analisi anche la rilevante introduzione degli obblighi di salvaguardia, volti a rilevare le crisi aziendali e a promuovere l’adozione di strumenti a sostegno dei processi di ristrutturazione. A moderare l’incontro Mariano Sciacca (presidente Sezione IV e procedure concorsuali Tribunale di Catania), che ha lasciato spazio agli interventi di Salvatore Virgillito (presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania), Concetto Costa (presidente Centro Studi Diritto Fallimentare di Catania “Prof. Giuseppe Ragusa Maggiore”), Lucia De Bernardin (Giudice Delegato del Tribunale di Catania), Alessandro Pierosara (Commercialista di Catania), Fabio Letterio Circolo (Giudice Delegato del Tribunale di Catania) e Salvatore Agnello (Foro di Catania - Consulente del lavoro).

«Il Codice ci mette davanti a una sfida professionale, in cui occorre un salto di qualità da parte di tutti i professionisti coinvolti. La norma ci chiede di cogliere tempestivamente il momento in cui l’imprenditore entra in crisi, per evitare che si trasformi in catastrofe – afferma Salvatore Virgillito – un impegno in cui, come Ordine, siamo in prima linea, avendo istituito una Commissione interna che programmerà un necessario e determinante processo formativo». Con l’evoluzione economica e imprenditoriale, la crisi è da recepire come un fenomeno fisiologico della vita dell’impresa: una visione per cui il legislatore ha ritenuto necessario realizzare il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, quale strumento per una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese. In questo quadro è prevista l’introduzione di una serie di presidi che consentano di recepire in tempo i segnali di crisi ed evitare uno stato di difficoltà irreversibile. Un processo che fa leva su procedure volte alla prosecuzione delle attività e alla continuità aziendale, «certamente preferibili e più funzionali a quelle legate alla liquidazione dell’impresa», aggiunge sempre Virgillito.

Come spiega Lucia De Bernardin, «il Curatore fallimentare ha il compito di analizzare la ragione del dissesto, individuando eventuali responsabili e condotte di disvalore. In sintesi, il Curatore assume un ruolo attivo nel procedimento: mentre in passato si limitava a constatare il “decesso” dell’impresa, adesso gli viene chiesto di rilevare i segnali della crisi». Una novità assoluta, che «sposta l’attenzione sugli elementi che permettano di fotografare bene lo stato di salute dell’impresa, dando maggior importanza alla fase pre-fallimentare», afferma Alessandro Pierosara, Commercialista di Catania.

Concetto Costa, presidente Centro Studi Diritto Fallimentare di Catania “Prof. Giuseppe Ragusa Maggiore”, punta i riflettori sulla modernità e sulla complessità del Codice, che «richiede un’attenta e accurata interpretazione. Da qui la necessità di incontri formativi e informativi come quello odierno». «Uno degli aspetti più importanti è il richiamo a un’attività sinergica tra tutti i professionisti chiamati in causa - afferma Mariano Sciacca – ognuno di noi gioca un ruolo determinante in questo campo, per evitare che la “partita” decisiva si giochi in Tribunale».