Baby Gang resta in carcere: «Ero armato per difendere la mia collana da 200 mila euro»
Convalidato l'arresto del trapper
Il trapper Zaccaria Mouhib alias Baby Gang arriva al tribunale per il colloquio con il giudice Guido Salvini, Milano, 10 Ottobre 2020. ANSA/MATTEO CORNER
Resta in carcere il trapper Baby Gang, detenuto al carcere di San Vittore da giovedì scorso per essere stato trovato con una pistola clandestina con matricola abrasa durante una perquisizione disposta dalla Procura di Lecco in una più ampia indagine per armi e droga. Lo ha deciso la gip di Milano Fiammetta Modica, convalidando l’arresto a carico del 24enne.
Come osserva la giudice, il giovane «ha dimostrato assoluta indifferenza ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria» ed è "elevatissimo il rischio di reiterazioni criminali connesso all’impiego e alla detenzione di armi». Appena un anno fa, gli era stata infatti applicata la misura della sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza per la durata di un anno e mezzo. Per questo, mercoledì sera, prima dell’arresto, era stato autorizzato dal Tribunale a dormire una sola notte in un albergo fuori casa, a Milano, per poter esibirsi ad Assago, ospite del cantante Emis Killa. Propriò lì, nell’hotel di via Vallazze, è stato sorpreso di nuovo con un’arma ed è scattato l’arresto per detenzione di arma clandestina e ricettazione.
Nell’interrogatorio di convalida, Baby Gang, assistito dall’avvocato Niccolò Vecchioni, si è difeso spiegando di avere con sé la pistola per «paura di essere derubato». Il trapper, infatti, ha detto che indossa «sempre una collana dal valore di più di 200mila euro» e che mesi fa gli sono «entrati i ladri in casa a Calolziocorte». Quella sera, ha detto, «non avevo la sicurezza ed ero lì con una ragazza. Ho preferito tenermi un’arma che avere paura di essere derubato. Alcuni videoclip - ha aggiunto - li faccio con divise e armi finte, li prendo da un fornitore di Napoli di materiale cinematografico».
La pistola, ha poi spiegato, non sarebbe «neanche vera», è "una scacciacani» ed «è stata modificata». L’arma «ce l’avevo da un bel pò - ha proseguito - l’avevo nascosta sotto un macchinario di una fabbrica lì. Difatti si era tutta arrugginita. Poi l’ho lasciata presso l’hotel, ho fatto il concerto e poi sono ritornato in hotel».
Oltre alla semiautomatica che gli è costata l’arresto in flagranza disposto dalla pm di Milano Maura Ripamonti, a Calolziocorte, nel Lecchese, a casa del 24enne sono state trovate altre due pistole. E sempre nell’ambito dell’inchiesta, in corso da più di un anno e mezzo, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare. Sono stati arrestati Zilbehar Hetem, 50 anni, suo figlio Mevljudin Hetem, 23 anni - già condannato nel processo sulla cosiddetta «faida tra trapper" come l’amico di Baby e collega di «crew», Simba La Rue - e Rasim Dali, 42anni.
Per la giudice milanese, «l'unica misura in grado di preservare le esigenze cautelari» è quella del carcere, "dovendosi escludere capacità autocustodiali dell’indagato neppure col presidio del braccialetto elettronico». Già in passato Baby Gang «ha violato le misure cautelari disposte, tanto da rendere necessari aggravamenti e ha infranto le prescrizioni conseguenti alla sorveglianza speciale e al foglio di via obbligatorio».