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Coronavirus, in Italia una seconda vittima: nel Paese cresce allarme. In Sicilia Unità di Crisi

Di Redazione |

ROMA – Seconda vittima italiana del Coronavirus. Secondo quanto apprende l’ANSA da fonti sanitarie si tratta di una donna residente in Lombardia che potrebbe essere collegata ai casi di Codogno. La prima vittima è stata Adriano Trevisan, di 78 anni, è deceduto all’ospedale di Padova, dove era ricoverato insieme con un’altra persona positiva al virus. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’ Euganeo di dove sono originari.

In riferimento a quanto accade in queste ore in Lombardia e Veneto, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ribadendo “l’assoluta serenità della situazione in Sicilia”, ha convocato stamattina a Catania una riunione dell’unità di crisi sul Coronavirus. “Le raccomandazioni che abbiamo fatto già nelle scorse settimane – afferma Razza – che ricalcano le direttive contenute nelle linee guida del ministero della Salute, rimangono immutate. In caso di necessità è sempre opportuno contattare il medico di famiglia o i numeri dedicati: il 112 oppure il numero verde 1500 predisposto dal ministero”. 

«Chiederemo che il presidente della Regione, Nello Musumeci, possa essere nominato soggetto attuatore dell’ordinanza di Protezione civile, che ci permetterà di velocizzare tutti gli interventi». Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità in Sicilia, Ruggero Razza, durante una pausa dei lavori dell’Unità di crisi nell’isola sul Coronavirus. «Stiamo lavorando – ha aggiunto Razza – per individuare due hub, uno per la Sicilia Orientale e l’altro per quella Occidentale, per realizzare aree di quarantena se dovesse essere necessario, perché bisogna programmare, anche se come in questo momento non c’è la necessità. Sono già attivi 70 posti letto anche con aree ‘negativè. Al momento si sono registrati meno di dieci casi sospetti in Sicilia, ma, cosa importante, sono stati tutti immediatamente diagnosticati in 12 ore grazie ai tamponi che eseguiamo nei Policlinici di Palermo e Catania».

«Sulle gite – ha precisato l’assessore – ci uniformeremo alla decisione delle scelte nazionali, ma al momento non mi pare che sia il caso di sospendere quelle da molto tempo programmate. Per i migranti abbiamo chiesto al ministero maggiore attenzione ricordandoci sempre che la Sicilia non è il confine del Sud dell’Italia, ma dell’Europa, e siccome ci sono stati casi al sud del Mediterraneo c’è preoccupazione, ma da parte dell’Usmaf è stata affrontata adeguatamente, come per porti e aeroporti». «Non ci sono ragioni per eccessivo allarme – ha ribadito l’assessore Razza – perché tutte le regioni italiane hanno adeguatamente previsto percorsi necessari. 

«Ci attenderemo a tutte le indicazioni che dovessero arrivare a livello nazionale. Noi siamo grati al ministro della Salute, Roberto Speranza, con cui stiamo attivamente lavorando perché davanti a un’emergenza l’unità nazionale è un valore indiscutibile e noi daremo la nostra massima collaborazione a tutte le altre Regioni»

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