21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 13:03
×

Disastro di Ustica: cosa accadde la sera del 27 giugno 1980 e i tanti misteri che ancora avvolgono la strage

Oltre 40 anni anni di ipotesi, scenari e depistaggi senza mai arrivare alla verità

Redazione La Sicilia

02 Settembre 2023, 17:27

USTICA:NAPOLITANO,TROVARE RESPONSABILITA' ANCHE ESTERE

Una foto di archivio del DC9 dell'Itavia caduto nel mare di Ustica nel 1980. ANSA

Il Dc-9 I-Tigi Itavia, in volo da Bologna a Palermo con il nominativo radio IH870, scomparve dagli schermi del radar del centro di controllo aereo di Roma alle 20.59 e 45 secondi del 27 giugno 1980.

L’aereo era precipitato nel mar Tirreno, in acque internazionali, tra le isole di Ponza e Ustica. All’alba del 28 giugno vennero trovati i primi corpi delle 81 vittime (77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio).

Il volo IH870 era partito dall’aeroporto "Guglielmo Marconi" di Borgo Panigale in ritardo, alle 20.08 anziché alle previste 18.30 di quel venerdì sera, ed era atteso allo scalo siciliano di Punta Raisi alle 21.13. Alle 20.56 il comandante Domenico Gatti aveva comunicato il suo prossimo arrivo parlando con «Roma Controllo».

Il mancato arrivo

Il volo procedeva regolarmente a una quota di circa 7.500 metri senza irregolarità segnalate dal pilota. L’aereo, oltre che di Ciampino (Roma), era nel raggio d’azione di due radar della difesa aerea: Licola (vicino a Napoli) e Marsala.

Alle 21.21 il centro di Marsala avvertì del mancato arrivo a Palermo dell’aereo il centro operazioni della Difesa aerea di Martina Franca (Taranto). Un minuto dopo il Rescue Coordination Centre di Martina Franca diede avvio alle operazioni di soccorso, allertando i vari centri dell’aeronautica, della marina militare e delle forze Usa.

Alle 21.55 decollarono i primi elicotteri per le ricerche. Furono anche dirottati, nella probabile zona di caduta, navi passeggeri e pescherecci.

strage di ustica

I resti

Alle 7.05 del 28 giugno vennero avvistati i resti del DC 9. Le operazioni di ricerca proseguirono fino al 30 giugno, vennero recuperati i corpi di 39 degli 81 passeggeri, il cono di coda dell’aereo, vari relitti e alcuni bagagli delle vittime.

I tanti punti interrogativi

Forse il principale mistero che, dalla sera del 27 giugno 1980 ha riguardato la strage, è stato quello della causa dell'incidente che ha coinvolto il DC9 dell'Itavia: bomba a bordo, missile, collisione o quasi-collisione.

Un secondo mistero riguarda lo scenario nel quale è avvenuto il disastro: coinvolto in un'esercitazione militare; usato come schermo per oscure operazioni; sono stati i libici con un missile; è stato un tentativo fallito da parte dei francesi di abbattere l'aereo di Gheddafi; è stato un missile lanciato da un sottomarino francese; sono stati gli israeliani per abbattere un aereo francese diretto in Iraq; è collegato alla strage di Bologna. Queste alcune delle tante ipotesi fatte in questi lungi anni per spiegare quanto avvenuto.

Un altro mistero è legato al Mig libico, precipitato in quei giorni in un'area non lontana dal luogo della strage, in Calabria. Quando è precipitato davvero? I risultati dell'autopsia del pilota sono contrastanti. Dalle registrazioni radar sembra che un Mig fosse presente. Era davvero libico? Ci sono dubbi sull'autonomia di volo e sull'identità del pilota, che sembra avesse alcune caratteristiche occidentali.

Ombre e morti sospette

Una fila di ombre che negli anni si è allungata anche su morti di personaggi coinvolti o presunti coinvolti nella vicenda come l'incidente delle frecce tricolori a Ramstein, le uccisioni del generale Giorgieri da parte del terrorismo di sinistra e del generale Boemio a Bruxelles, oltre a incidenti stradali e suicidi. Quattro decenni e passa di ombre e misteri.