Italia
Green pass a falsi positivi, interdetti 2 medici di ospedale
Coi tamponi finte malattia e guarigione. 10 indagati in Maremma
GROSSETO, 09 MAR – Tamponi positivi per attestare la presenza del Covid in medici e familiari non vaccinati, anche se non avevano nessuna malattia, in modo da certificare false guarigioni che poi erano utili a ottenere il Green pass rafforzato dei guariti. Per questo meccanismo, con cui eludevano le norme, procura e carabinieri di Grosseto hanno indagato 10 sanitari dell’ospedale di Castel del Piano ottenendo dal gip l’interdizione dall’esercizio della professione medica sia per il direttore dello stesso pronto soccorso, che risulta una dottoressa, sia per un medico in servizio nella struttura. Perquisizioni domiciliari ci sono state a carico di infermieri, medici e parenti di quest’ultimi, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver falsificato documentazione sanitaria finalizzata a processare tamponi Covid. L’indagine, coordinata dal pm Federico Falco, ha accertato che il direttore del pronto soccorso, in concorso con suoi sanitari, attestava in modo falso vari accessi allo stesso pronto soccorso, sia del direttore stesso, che di suoi familiari, “tutti – spiega la procura di Grosseto – sprovvisti di vaccinazioni antiCovid”, “accettando tamponi molecolari provenienti dall’esterno e certificandone invece l’avvenuta esecuzione all’interno del nosocomio”. I tamponi, che risultavano ovviamente positivi permettevano poi di ottenere la guarigione dalla falsa malattia ed il conseguente rilascio del “certificato verde Covid-19”, unico mezzo, alternativo alla vaccinazione, necessario a conseguire il cosiddetto Green pass rinforzato che, in base alla normativa, permette di continuare ad esercitare la professione sanitaria. “Si tratta di casi isolati che non devono macchiare la lealtà e il rispetto delle norme che centinaia di professionisti della Asl ogni giorno mettono in campo con grande spirito di sacrificio per garantire la salute di tutti”, afferma la direzione della Asl Toscana Sud Est confermando “completa fiducia nella magistratura” e aprendo “una indagine interna per individuare i risvolti disciplinari a carico del personale coinvolto”.