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Regime carcerario

In Italia 728 detenuti al 41bis: dai boss siciliani a “lady Camorra” chi sono e come vivono i reclusi

Il caso dell'anarchico Cospito riaccende i riflettori su questa forma di carcere duro a cui, recentemente, è stato sottoposto anche Matteo Messina Denaro

Di Melania Di Giacomo |

La vicenda di Alfredo Cospito ha acceso i riflettori sul regime del 41bis, il cosiddetto carcere duro, introdotto come risposta alle stragi mafiose che hanno causato la morte dei giudici Falcone e Borsellino e degli agenti delle loro scorte. Il regime non nasce per isolare i detenuti e aggravarne la pena ma per evitare che i capimafia continuino a impartire direttive dal carcere. Al 41bis ci vanno capiclan, da Leoluca Bagarella, cognato di Salvatore Riina, ai fratelli Graviano ai Casalesi, ma non solo. Sono 728, tra cui 12 donne e 7 internati. Il dato è riferito dal ministero nella Relazione sull'amministrazione della giustizia per l’anno 2022 da poco pubblicata ed è aggiornato a fine ottobre scorso. Quindi non tiene conto del superlatitante Matteo Messina Denaro, per il quale è stato disposto il 41bis nel carcere dell’Aquila all’indomani dell’arresto. 

Sono al 41bis 242 appartenenti alla Camorra, 232 a Cosa nostra, 195 alla 'ndrangheta, 20 alla Sacra corona unita, 3 alla Stidda, 32 sono i detenuti appartenenti alla altre mafie. Mentre 4 sono detenuti per terrorismo interno e internazionale. Nato come strumento per prevenire altri reati e in via emergenziale, nel 2002 e poi ancora nel 2009 il regime speciale è stato normato per diventare un cardine nel sistema della lotta alle mafie. Secondo alcune interpretazioni costituisce una deroga al principio di riabilitazione della pena, in nome della prevenzione. E’ applicato con decreto motivato del ministro della Giustizia per «gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica» su richiesta del ministero dell’Interno, sentito il parere del pubblico ministero ed acquisite ulteriori notizie presso la Direzione Nazionale Antimafia e gli organi di Polizia. Può riguardare sia i detenuti già condannati che quelli in attesa di giudizio. Sono reclusi in 12 diversi istituti penitenziari. Quello dell’Aquila è il carcere d’Italia con il più alto numero di detenuti al 41 bis e l’unico con la sezione femminile. Infatti qui è detenuta la brigatista Nadia Lioce all’ergastolo per gli omicidi di Biagi e D’Antona, ed è stata trasferita la boss Maria Licciardi, "lady Camorra". Sezioni di 41bis sono a Milano Opera, Parma, Cuneo, Sassari, Spoleto, Novara, Nuoro, Roma Rebibbia, Viterbo, Terni, Tolmezzo. I detenuti vivono in cella singola, di norma hanno due ore al giorno di socialità, in piccoli gruppi, composti al massimo da quattro persone, e un’ora di colloquio al mese con i familiari, con vetro divisorio e videocontrollato.

Possono partecipare alle udienze in tribunale solo in videcollegamento. Il Gom, un reparto specializzato della polizia penitenziaria, provvede all’osservazione di questi detenuti. Nel 2022 sono state 16 le nuove applicazioni, per 84 il regime speciale è stato prorogato. Il numero totale è in calo, al 31 ottobre 2021 erano 750. L’età media è di 58 anni, i detenuti di età pari o superiore a 60 anni sono 340. Cinque sono morti lo scorso anno mentre erano al 41bis.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA