La camera ardente per Pippo Baudo. Fiorello: «Per noi siciliani era un orgoglio». Il dolore della Ricciarelli
Tanti fan e tanti personaggi dello spettacolo al Teatro delle Vittorie per rendere omaggio al popolare presentatore
Una lunga fila di persone si snoda davanti al Teatro delle Vittorie, a Roma, per rendere l’ultimo omaggio a Pippo Baudo. La camera ardente resterà aperta dalle 10 di oggi fino alle 20 e dalle 9 di domani fino alle 12. Poi, il trasferimento nella sua amata Sicilia. I funerali si terranno, mercoledì 20 agosto, a Militello Val di Catania, dove è nato. La funzione religiosa sarà celebrata alle ore 16 nella Chiesa di Santa Maria della Stella.
Fin dalle prime ore di apertura si è formata una coda di amici, conoscenti, vip, gente dello spettacolo e politici, tantissima gente comune. I primi ad arrivare Mara Venier e Katia Ricciarelli, apparsa molto provata dal dolore per la scomparsa dell'ex marito, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. E poi, Gloria Guida, Max Giusti, Amedeo Goria, Lino Banfi e molti altri ancora.
Fiorello
Fiorello, con la voce rotta dall’emozione, regala un omaggio a Pippo Baudo uscendo dalla camera ardente allestita al Teatro delle Vittorie. Il legame tra i due, prima di tutto, era un legame di terra. "Per noi siciliani è stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, da ragazzo", racconta Fiorello. "Sapere di essere siciliani come Pippo Baudo ci riempiva il cuore. Lo seguivamo più degli altri, conduceva persino il festival della canzone siciliana su Antenna Sicilia, che da noi faceva il 100% di share".
Quando gli si chiede chi fosse Baudo, Fiorello fatica a trovare le parole, perché nessuna sembra abbastanza. "Tutto quello che è stato detto in questi giorni è vero, ma Pippo è sempre un pò di più. Non è un semplice conduttore, direttore artistico, tredici Sanremo, pagine di televisione scritte. È qualcosa di più. Non ho un aggettivo per dire cosa rappresenti per la televisione italiana, soprattutto per la Rai".
“La Rai gli deve moltissimo”, dice Fiorello e aggiunge: “Dovrebbe sostituire il cavallo di Viale Mazzini con una statua di Pippo Baudo. Perché lui ha tracciato un solco enorme dove tutti noi abbiamo imparato, ci ha insegnato senza voler insegnare, solo guardandolo".
Carlo Conti
Visibilmente commosso anche Carlo Conti: «Si è spenta la tv. Si è spento un faro, un riferimento importantissimo». Interrogato sull'intenzione della famiglia Vacchino di intitolare a Baudo il camerino principale del Teatro Ariston, Conti ha mostrato profonda gratitudine: "Sarà per me un onore entrare in quel camerino".
Inevitabile la domanda sul prossimo Festival di Sanremo e su una possibile dedica. Pur chiarendo che è ancora presto per decisioni definitive, Conti ha assicurato che il ricordo sarà centrale: "Lo abbiamo sempre ricordato ogni anno, figuriamoci il prossimo che sarà il primo senza di lui".
Infine, una riflessione sulla sua immensa eredità, che Conti considera ineguagliabile: Ma se l’erede è impossibile da trovare, il suo lascito è invece chiarissimo: «Lascia l’insegnamento di fare una Tv garbata, corretta, nel rispetto dei telespettatori», conclude Conti.
Lino Banfi
«Delle quattro B del '36 - Baudo, Banfi, Bergoglio e Berlusconi - sono rimasto solo io. Non dirò "Pippo ci vediamo presto", gli voglio bene ma c'è ancora tempo”. Così Lino Banfi alla camera ardente .