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Liste d'attesa gestite in modo privatistico, arrestato primario a Catanzaro

Le indagini della Guardia di finanza: due persone ai domiciliari

Redazione La Sicilia

01 Luglio 2025, 08:56

 Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha portato oggi all’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di dodici persone, tra cui il primario del reparto di Oculistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco di Catanzaro, Vincenzo Scorcia, 48 anni, e la segretaria di uno studio privato, Maria Battaglia, 50 anni. Entrambi sono stati posti agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, peculato, concussione, truffa aggravata, interruzione di pubblico servizio, e per il medico anche falsità ideologica e autoriciclaggio.

Le indagini, condotte dal Gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno svelato un sistema illecito di gestione delle liste d’attesa nel reparto di Oculistica, dove alcuni medici avrebbero favorito pazienti visitati privatamente, garantendo loro interventi chirurgici in tempi rapidi rispetto a quelli in lista d’attesa pubblica. Questo meccanismo avrebbe creato una vera e propria “privatizzazione” del servizio pubblico, con gravi ripercussioni sulla qualità e sull’equità dell’assistenza sanitaria.

Secondo la Procura, la situazione era aggravata dalla condizione psicologica di “costrizione” in cui si trovavano i pazienti, spesso costretti a pagare privatamente per poter accedere tempestivamente a interventi chirurgici essenziali, la cui urgenza era determinata dalla gravità clinica. In questo modo, si sarebbe alimentato un sistema parallelo di prenotazioni e prestazioni gratuite erogate dall’ospedale, ma riservate a chi poteva pagare, allungando ulteriormente i tempi di attesa per gli altri pazienti.

Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro e beni per un valore di quasi un milione di euro (984.762,23 euro), corrispondente ai profitti illeciti accumulati dagli indagati. Le indagini hanno inoltre evidenziato che cinque medici, pur avendo scelto il rapporto di lavoro esclusivo con la struttura pubblica, svolgevano attività extra-istituzionale in studi e cliniche private, anche convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, causando un danno economico all’Azienda ospedaliero-universitaria e all’Università Magna Graecia di Catanzaro.