L'omicidio del capo ultrà dell'Inter Boiocchi, in cinque saranno processati: «Delitto con modalità mafiose»
L'agguato nell'ottobre del 2022 sotto casa del leader della tifoseria
Il gip di Milano Francesca Ballesi ha disposto il processo con rito immediato per cinque persone coinvolte nell’omicidio dello storico capo ultrà nerazzurro Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa nel capoluogo lombardo. La decisione segue la richiesta dei pm della Dda Paolo Storari e Stefano Ammendola.
Tra gli imputati figurano gli ex leader della Curva Nord interista Andrea Beretta e Marco Ferdico, insieme a Gianfranco Ferdico, padre di Marco, e ai presunti esecutori materiali Daniel D’Alessandro e Pietro Andrea Simoncini. Era stato arrestato anche Cristian Ferrario, la cui posizione è però al momento stralciata.
Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Milano, hanno ricostruito un omicidio premeditato e avvenuto con modalità mafiose, aggravanti confermate nel decreto di giudizio immediato. Il caso, risolto in un filone dell’inchiesta sulle curve di San Siro, aveva portato a sei arresti complessivi.
Andrea Beretta, già condannato a 10 anni per associazione mafiosa e per l’omicidio di Antonio Bellocco nel 2024, si è autoaccusato di essere il mandante dell’omicidio di Boiocchi, in un contesto di conflitto per la gestione degli affari della curva, come merchandising e altri business. Secondo l’accusa, Beretta avrebbe pagato 50mila euro a Mauro Nepi, un altro ultrà non arrestato, che avrebbe poi passato la somma a Marco Ferdico, incaricato di dividere i soldi con gli altri complici.
Padre e figlio Ferdico sarebbero stati i principali organizzatori del delitto; D’Alessandro e Simoncini, invece, avrebbero agito come esecutori materiali, con l’accusa che D’Alessandro avrebbe sparato. Le indagini hanno raccolto diverse confessioni e collaborazioni, eccezion fatta per quella di D’Alessandro.
Il processo inizierà il 10 dicembre in Corte d’Assise.