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Mancata risposta su suicidio assistito, malata denuncia la Asl

Iniziato in Tribunale a Trieste anche un procedimento civile

Di Redazione |

TRIESTE, 07 GIU – Una denuncia per rifiuto/omissione d’atti d’ufficio e un ricorso d’urgenza dinanzi al giudice civile: sono le azioni legali che una donna triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, ha deciso di intraprendere “contro il rifiuto dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina di procedere alle verifiche per l’accesso alla morte volontaria”, previste dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Lo scorso 4 novembre – ha ricordato l’associazione Luca Coscioni incontrando la stampa all’esterno del tribunale di Trieste – la donna ha chiesto di accedere alla verifica delle sue condizioni per il suicidio assistito, “ma Asugi ha negato tali verifiche”. Dopo 215 giorni di attesa, questa mattina i suoi legali hanno depositato ai carabinieri una denuncia contro l’azienda sanitaria. Stamani si è tenuta anche la prima udienza del procedimento davanti al Tribunale di Trieste: la donna aveva chiesto al giudice di ordinare ad Asugi di applicare la ‘sentenza Cappato’. Ma “durante l’udienza Asugi, tramite i suoi legali – ha riferito l’associazione – ha ribadito che non procederà poiché mancherebbe una normativa nazionale e ha continuato a scaricare la responsabilità sul Comitato etico regionale, nonostante questo abbia svolto il proprio compito”. Al termine, ha reso noto Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni e difensore che coordina il collegio legale, il giudice si è riservato la decisione: un “segno di attenzione” verso la vicenda. “E’ chiara – ha aggiunto Gallo – la posizione di ostruzionismo politico-ideologico da parte del sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia, in palese contrasto con la Costituzione. A seguito dell’esposto depositato per le responsabilità penali dell’azienda sanitaria, sarà la Procura di Trieste a svolgere le dovute indagini”.

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