Milano, le mire della "cricca" dell'urbanistica pure sul dossier stadio San Siro
Nelle carte della Procura meneghina anche le intercettazioni del gruppo che aveva messo le mani sul settore in città
Un veduta dello stadio di San Siro oggetto della conferenza stampa di oggi, Milano, 08 Luglio 2021. ANSA/MATTEO CORNER
Non solo «Nodi e Porte metropolitane», ossia le zone tra la metropoli e l’hinterland, o l'area «degli scali ferroviari e del Villaggio olimpico». Tra gli ulteriori «obiettivi» di quel «patto di corruzione» che sarebbe stato svelato dalla Procura di Milano, che da tre anni indaga su decine di cantieri e su leggi e regolamenti edilizi bypassati, erano finiti anche lo stadio di San Siro e il quartiere circostante.
E’ un altro dei fronti ancora aperti, e che potrebbe portare a sviluppi, della maxi indagine con 74 indagati, tra cui il sindaco Sala. Viene fuori dalle chat analizzate dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. E, in particolare, dalle parole di Giuseppe Marinoni, fino a tre mesi fa al vertice della Commissione paesaggio, «organismo al centro», per gli inquirenti, del «sistema di speculazione edilizia sorretto» da una «lettura manipolata delle regole», da «conflitti di interessi» e «falsi nella rappresentazione delle norme e della realtà». Oltre che da presunte tangenti «mascherate» con consulenze.
«Giovedì… provo informalmente a chiedere … all’Assessore per capire se mi può anticipare qualcosa, poi ti faccio sapere», scrive, il 15 gennaio 2024, Marinoni a Federico Pella, manager della J+S, riferendosi alla possibilità di avere informazioni da Giancarlo Tancredi, quando in discussione c'era «un progetto per la ristrutturazione di San Siro». Il tema del Meazza è molto presente negli scambi di messaggi tra le due figure centrali del presunto «sistema deviato».
I pm Petruzzella, Filippini e Clerici mettono nero su bianco che ci sono «elementi di prova del fatto che un altro importante obiettivo» del «programma criminoso tra Marinoni e Pella, per il quale i due confidavano pure nell’appoggio dell’assessore Tancredi», riguardava la «vicenda delle opere relative allo stadio Meazza e alle aree limitrofe». Ancora il 25 settembre scorso Pella diceva a Marinoni che avrebbero dovuto parlare dei "tempi stadio». Mentre il 20 gennaio gli aveva già fatto presente che «serve interlocutore serio Comune».
Un «nutrito numero di WhatsApp», evidenziano i pm, «vertono sul modo di proporre strategie sugli interventi sul Meazza e sulle aree dei parcheggi per il tramite dell’Inter», (club estraneo alle indagini), «già cliente di Pella». Proprio sul caso San Siro, da quanto si è saputo, si sta concentrando l'attenzione del pool diretto dall’aggiunta Tiziana Siciliano, dopo che sul capitolo vendita dello stadio e delle aree limitrofe era stato già aperto nei mesi scorsi un fascicolo autonomo.
Intanto, gli investigatori hanno in mano telefoni e dispositivi sequestrati a tutti gli oltre 20 indagati perquisiti, tra cui Tancredi e l’archistar Stefano Boeri. E dopo che saranno state effettuate le copie forensi nei prossimi giorni, si andrà a caccia di messaggi, documenti e mail con una ricerca per «parole chiave». Saranno analizzati anche quei documenti interessanti, tra cui appunti, trovati all’imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone.
Mentre nel telefono di Marinoni, sequestrato già a novembre, è stata trovata anche una chat in cui Tancredi parlava così del progetto Pirellino-Torre Botanica, che ha fatto finire indagati pure Sala e Boeri per presunte pressioni. «Ecco la nuova proposta del Pirellino che arriva in commissione. A me sinceramente ora piace - diceva - spero in un voto positivo (…) e comunque grazie perché hai trasformato un progetto imbarazzante in qualcosa di importante». Era il 28 settembre 2023 e una settimana dopo arrivò il parere favorevole, stavolta senza condizioni, della Commissione. Dopo il via libera, l'immobiliarista Manfredi Catella scrisse a Marinoni: «Grazie e vediamo di lavorare anche noi meglio confrontandoci prima per fare sempre più bella questa città».
Proprio Catella ha fatto sapere che davanti al gip, il 23 luglio, la sua difesa produrrà «una memoria esaustiva con tutte le prove documentali oggettive della non corrispondenza al vero dei capisaldi della posizione della Procura». Negli interrogatori preventivi si difenderanno anche tutti gli altri cinque indagati che rischiano l’arresto.