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Milano si prepara all'addio a Giorgio Armani: la camera ardente, i funerali e dopo l'apertura del testamento miliardario

Via vai di clienti nel negozio di via Manzoni anche solo per portare il cordoglio. Qualche fiore lasciato in via Bergognone o in via Borgonuovo, dove abitava e dove è deceduto con accanto il compagno Leo Dell’Orco e la famiglia

Redazione La Sicilia

05 Settembre 2025, 19:31

Negozi Armani a Milano

Negozi Armani a Milano

Milano si prepara a dare l’addio a Giorgio Armani, che ne è stato un simbolo di eccellenza. Domani mattina alle 9 aprirà la camera ardente all’Armani/Teatro in via Bergognone, accanto al suo quartier generale e al Silos, il museo che ospita la mostra sui suoi vent'anni di alta moda con Armani Privé.
Resterà aperta fino alle 18 e con lo stesso orario anche domenica in modo che chiunque voglia possa dargli l’ultimo saluto. Lo hanno fatto attraverso ricordi o necrologi tanti colleghi del Made in Italy, da Miuccia Prada a Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ma anche della moda francese a partire da Bernard Arnauld, il presidente e amministratore delegato del gruppo del lusso LVMH, che include Vuitton e Dior.
Tutti potranno mettersi in fila ma, per volere dello stesso Armani, anzi del signor Armani, ci sarà una via preferenziale per i dipendenti. E proprio loro oggi lo ricordano con stima e affetto. «Ci trattava bene, ci salutava e non ci faceva caricare nemmeno le sue valigie in auto - ha ricordato un dipendente dell’Hotel Armani -. Era davvero un gentiluomo che ci mancherà moltissimo». Via vai di clienti nel negozio di via Manzoni anche solo per portare il cordoglio. Qualche fiore lasciato in via Bergognone o in via Borgonuovo, dove abitava e dove è deceduto con accanto il compagno Leo Dell’Orco e la famiglia. Qualcuno si ferma davanti ai manifesti in via Broletto.

Nonostante i 91 anni, quella di Armani è stata una morte in qualche modo inattesa, con un peggioramento improvviso. Dopo le dimissioni dall’ospedale, dove era stato a giugno, aveva ripreso il lavoro: l’acquisto della Capannina ne è una conferma, ma anche la revisione del lavoro per la sfilata dei cinquant'anni del brand e la festa già fissata per il 28 settembre nel cortile d’onore di Brera.
È sempre rimasto lucido e ha deciso tutto lui stesso nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso. Come sempre. Quindi ha chiesto che ci fosse la camera ardente aperta a tutti ma lunedì funerali privati, per evitare che la cerimonia diventasse esclusivamente una sfilata di vip.

Solo dopo il funerale verrà anche aperto il testamento e si conoscerà il modo in cui ha deciso di dividere il suo patrimonio stimato in 12 miliardi di euro, e quindi il destino del gruppo sempre rimasto saldamente nelle sue mani, all’interno del quale è impegnata tutta la famiglia, il compagno Leo Dell’Orco, la sorella Rosanna, le due nipoti Silvana e Roberta e il figlio di Rosanna, Andrea Camerana, sposato dal 2005 con la cantante Alexia.
Anche i giornali stranieri hanno riconosciuto le qualità di Armani come stilista ma anche come imprenditore, a partire dal Wall Street Journal, fino a Le Figaro che lo ha definito "l'ultimo imperatore della moda italiana». Praticamente tutti hanno messo una sua foto in copertina, con il capello bianco, l'occhio azzurro e il look distintivo con un abbigliamento solitamente blu scuro, la stessa tonalità che ha scelto per le divise degli atleti italiani. «Pesava molto bene le parole, era sempre di supporto» ha raccontato il cestista Gigi Datome, parlando del suo ruolo di proprietario dell’Olimpia Basket e della targa che Armani gli ha donato quando è stato inserito nella Hall of Fame. «Non sono una persona legata alle cose materiali, ma quella targa è una delle cose più care che ho» ha spiegato.
«Riusciva ad essere presente con tutti, con una eleganza interiore che è un esempio» ha detto l’étoile della Scala Nicoletta Manni ricordando i vestiti per il matrimonio che ha voluto donare a lei e al marito, il primo ballerino Timofej Andrijashenko. La Scala ha deciso di dedicare ad Armani la serata inaugurale della stagione di ballo il prossimo 18 dicembre. C'è già chi pensa a dedicargli una strada, a iscrivere il suo nome al famedio. Per questo è presto. Intanto Milano darà l'addio a Re Giorgio lunedì, quando è stato proclamato il lutto cittadino.