Morto a Torino Franzo Grande Stevens: fu "l'avvocato dell’Avvocato"
Presidente onorario della Juventus, avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 13 settembre
È morto Franzo Grande Stevens, "l'avvocato dell’Avvocato" come fu soprannominato. Presidente onorario della Juventus, avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 13 settembre. Lo rendono noto fonti vicine alla famiglia.
"Per tanti anni ci ha accompagnato con professionalità e intelligenza. Franzo Grande Stevens è stato un giurista eccelso, un grande juventino e soprattutto un amico della mia famiglia, che ci ha accompagnato per tanti anni con professionalità, intelligenza e profonda cultura. Ci stringiamo con affetto a tutta la sua famiglia". Così il presidente di Stellantis e ad di Exor sulla morte di Grande Stevens.
Da sempre legato ai colori bianconeri, dal 2003 al 2006 è stato il Presidente della Juventus, diventando proprio a partire da quell'anno Presidente Onorario del Club. La Juventus si stringe nel dolore e nel lutto, e rivolge le condoglianze e un forte abbraccio alla famiglia di Franzo Grande Stevens. La Juventus, con una nota sul proprio sito ufficiale, partecipa così al cordoglio per la scomparsa dell’ex presidente.
Franzo Grande Stevens è stato uno degli avvocati d’affari più famosi d’Italia. Ha avuto tra i suoi clienti anche imprenditori come Carlo De Benedetti, Luigi Giribaldi e Karim Aga Khan, le famiglie Ferrero, Pininfarina e Lavazza.
Nato il 13 settembre 1928 a Napoli, dove si laurea in legge, si trasferisce poi a Torino e si iscrive all’Albo degli avvocati nel 1954. Nella sua lunga carriera ha ricoperto ruoli importanti nel mondo economico e in quello sportivo: è stato presidente della Toro Assicurazioni, vicepresidente della Fiat, presidente della Compagnia di San Paolo e, dal 2003 al 2006, della Juventus. Della squadra bianconera è stato presidente d’onore.
Grande Stevens è stato, con Gianluigi Gabetti, il regista dell’operazione finanziaria che nel 2005 consentì alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo della società, operazione controversa che provocò un’indagine della Consob e anche della Procura, ma che fu la premessa per il rilancio dell’azienda guidata da Sergio Marchionne. E sempre con Gabetti è stato tra i sostenitori dell’alleanza internazionale con l’americana Chrysler.