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Natalità: Iref, sempre meno bambini fra Milano e Brianza

A rischio il welfare e nel tempo espulsione ceto medio-basso

Di Redazione |

MILANO, 06 GIU – Nell’area milanese-briantea è in atto una recessione demografica come nel resto dell’Italia: la componente demografica “naturale” è in forte flessione e le previsioni non danno segnali di inversione di tendenza, almeno nel medio periodo e il conseguente invecchiamento della popolazione è trainato soprattutto dalla seconda generazione di baby-boomers, coorte anagrafica molto peculiare, non a caso molto ambita dalle aziende, che però pone questioni nuove al sistema assistenziale: è quanto è emerso dall’analisi dei trend demografici dell’area milanese-briantea svolta dall’Iref, l’Istituto di ricerche educative e formative delle Acli. L’ente ha presentato lo studio “La recessione demografica. Dieci anni da oggi”, alle Acli Milanesi: presenti, tra gli altri il demografo Alessandro Rosina, il presidente dell’Iref, Paolo Petracca, il consigliere lombardo Pierfrancesco Majorino e il presidente delle Acli Milanesi, Andrea Villa. Nei prossimi dieci la capacità attrattiva dell’area milanese-briantea rallenterà, diminuendo i trasferimenti di residenza, pregiudicando così anche la sostenibilità del sistema di welfare – è stato sottolineato -. Cominciano ad essere visibili dal punto di vista demografico le conseguenze della polarizzazione economica della città Milano: le previsioni mostrano che tra vent’anni i fenomeni espulsivi del ceto medio-basso avranno una consistenza statistica rilevante. Per Petracca, Milano e la sua area metropolitana, cuore pulsante dell’economia italiana, dovrebbero avere dinamiche demografiche sia migratorie in relazione con il degiovanimento sia sulla natalità in netta controtendenza rispetto al Paese. “Le rilevazioni statistiche – ha spiegato – ci dicono che non è così o almeno non lo è in misura tanto rilevante da segnare la strada per il Paese sul come si possa invertire la tendenza. L’area ambrosiana continua ad attrarre giovani dell’immigrazione interna ma tale fenomeno, come quello relativo alle migrazioni esterne, sembra essersi affievolito rispetto al passato recente”.

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