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Assalto alla Cgil, Castellino e Fiore restano in carcere: «Sono pericolosi»

Di Domenico Palesse |

Uno, Giuliano Castellino, rappresenta un «pericolo per l’ordine pubblico», l’altro, Roberto Fiore, «non si sporca le mani» ma «organizza» cortei e manifestazioni, e decide «finanche quando l’azione criminosa deve cessare». Con queste parole il gip Annalisa Marzano ha deciso di confermare la custodia cautelare per i due leader di Forza Nuova e per gli altri quattro arrestati dopo gli scontri di sabato scorso a Roma: l’ex Nar Luigi Aronica, Pamela Tesa, Biagio Passaro di 'IoAprò e Salvatore Lubrano. «I fatti sono estremamente gravi», scrive il giudice, e «sussiste il concreto e attuale pericolo" che possano «commettere, soprattutto in questo contesto storico, nuovamente delitti della medesima indole offensiva».   Nell’interrogatorio in videoconferenza di oggi, i due leader neofascisti si sono difesi sostenendo che «davanti alla sede della Cgil volevamo fare solo un sit-in». Al magistrato, Fiore e Castellino hanno spiegato che la loro partecipazione alla manifestazione di piazza del Popolo era da semplici cittadini contrari all’obbligo di Green pass e non da leader politici. "Eravamo in piazza per protestare contro il Green pass ma non come militanti di Forza Nuova perché il movimento non opera più», hanno ripetuto. Per il gip, però, Castellino presenta "assoluto disinteresse per la legalità e la totale incapacità di adeguarsi alle regole e a rispettare le leggi», manifestando una "connotazione spesso violenta e minacciosa delle sue condotte». Fiore, invece, «non si espone», ma ha una leadership tale da convincere gli assalitori della Cgil «a liberare i locali», dove, peraltro, era già intervenuta la polizia.   In collegamento dal carcere di Poggioreale, i due hanno ribattuto spiegando che «alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento». L’ex Nar Luigi Aronica e Giuliano Castellino hanno sostenuto di non essere mai entrati nella sede del sindacato mentre Roberto Fiore ha precisato di esserci entrato in un secondo momento, quando all’interno c'erano già gli agenti di polizia, come confermato poi dalla stessa ordinanza del gip. Nel corso dell’atto istruttorio, durante il quale tutti i sei arrestati hanno risposto alle domande del magistrato, gli indagati hanno sostanzialmente respinto le accuse affermando di «avere operato affinché le cose fossero contenute e ordinate, per agevolare il lavoro delle forze dell’ordine con cui abbiamo trattato». Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Paolo Colosimo, difensore di Aronica, ha affermato che il suo assistito «ha ricostruito tutti i fatti e la totale mancanza di episodi di violenza da parte sua». «Aronica – ha precisato – ha preso distanza dell’assalto alla Cgil. Abbiamo prodotto un video documentale per dimostrare che si è comportato bene davanti alla sede del sindacato dei lavoratori».   Intanto proseguono le indagini per ricostruire con esattezza quanto sia accaduto sabato scorso, quando la manifestazione si è trasformata in una «guerriglia urbana» con «spranghe e bastoni" – come scrive la Procura – aizzata da almeno «50 persone». Gli indagati, saliti ormai a una trentina, rischiano di aumentare ancora di più. Al vaglio degli inquirenti le immagini e i video dei disordini, che potranno far luce su alcuni punti ancora oscuri sugli scontri. 

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