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Covid: Gimbe, giù i casi,-15,8%, ma plateau da metà agosto

Aumentano le persone a rischio di malattia grave

Di Redazione |

ROMA, 01 SET – Tornano a scendere nell’ultima settimana i casi di Covid-19 in Italia (-15,8%). In calo anche le terapie intensive (-11%), i ricoveri ordinari (-14,9%) e i decessi (24,4%). Emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo al periodo 24-30 agosto rispetto ai 7 giorni precedenti. “Dopo il ‘rimbalzo’ della scorsa settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente Gimbe – il numero dei nuovi casi settimanali torna ad assestarsi intorno a quota 149mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 21mila casi al giorno, documentando che da metà agosto, al di là di modeste oscillazioni, la curva è in fase di plateau”. In tutte le Regioni si registra un decremento percentuale dei nuovi casi (dal -3,2% della Basilicata al -32% della Sardegna). Rispetto alla settimana precedente, in 98 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1,3% di Parma al -43% di Gorizia), nelle restanti 9 Province si rileva un incremento (dal +0,3% di Torino al +23,6% di Lecco). L’incidenza si attesta sotto i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province. “In questa fase di relativa stabilità dei nuovi contagi – commenta Cartabellotta – la discesa della quinta ondata si è ormai arrestata e la circolazione virale rimane elevata: al 30 agosto oltre 660mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e una media di oltre 21mila nuovi casi al giorno. Numeri destinati ad aumentare con la ripresa delle attività lavorative, la riapertura delle scuole, la maggiore frequentazione dei luoghi chiusi, la decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici dal 30 settembre e la riduzione del periodo di isolamento da 7 a 5 giorni previo test negativo e da 21 a 15 giorni per i positivi”. Aumentano, invece, le persone a rischio di malattia grave: nella fascia di popolazione suscettibile (over 60 e fragili) al 31 agosto se ne contano ben 15,2 milioni senza quarta dose, oltre a 892 mila non vaccinati, 1,88 milioni senza terza dose. Il vaccino attuale, secondo le evidenze scientifiche, dice, “rimane un’arma eccellente nel prevenire la malattia grave”, e fragili e over 60 “accelerino la 4/a dose”.

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