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Elogio Gesuiti a Tex Willer, senza ipocrisie a difesa deboli

Tributo al fumetto italiano su La Civiltà Cattolica

Di Redazione |

CITTÀ DEL VATICANO, 04 AGO – I Gesuiti rendono omaggio a Tex Willer, il cowboy creato nel 1948 dall’estro di Giovanni Luigi Bonelli e disegnato da Aurelio Galleppini, in arte Galep. La Civiltà Cattolica dedica un saggio, a firma di padre Giancarlo Pani, al fumetto italiano, i cui primi numeri sono di nuovo in edicola, nel formato a strisce caratteristico dell’epoca. “Il fumetto, soprattutto negli anni del dopoguerra, riflette un’Italia segnata dalle conseguenze del conflitto mondiale. Una nazione in crisi – si legge sulla rivista dei Gesuiti -, ma decisa a rimboccarsi le maniche e a riprendersi economicamente e socialmente: non si tratta tanto di ‘un’Italia povera ma bella’, quanto piuttosto di una nazione umiliata eppure piena di energie, ambiziosa, creativa e, a suo modo, gioiosa”. Quanto ai pregi attribuiti al ‘pistolero’, La Civiltà Cattolica evidenzia: “Tex dimentica subito i torti subiti e i colpi a tradimento, ed è un uomo vero, senza ambiguità e ipocrisie: difende i deboli, i perseguitati, rispetta le tradizioni, e alla fine è anche così intelligente da risolvere un contrasto con abbondanti boccali di birra”. Il giornale riporta anche una affermazione del personaggio che riflette “rispetto e tolleranza”: “Non commettete l’errore di credere che tutti gli indiani siano crudeli, e desiderosi solo di raccogliere scalpi. Sono uomini come noi e la loro differenza consiste nel colore della pelle. Vi sono indiani buoni e vi sono, naturalmente, indiani anche cattivi. Ma se voi li trattate come vostri pari, e non come selvaggi, non avrete mai a pentirvene”. Tex è dunque “l’uomo nuovo che trasferisce le ansie italiane sul terreno del Far West, ma senza mai accettare una salvezza fatta di ‘stelle e strisce'”. Quanto agli omicidi che si verificano nei racconti, “quando Tex spara e uccide, lo fa per legittima difesa, e non colpisce nessuno se è possibile disarmarlo”.

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