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LA STORIA

La scelta della famiglia di vivere nei boschi: “Non volevamo sfruttare né essere sfruttati”

La mamma del bambino ritrovato si racconta sul sito CampiAperti: "Mi sembrava assurdo saper usare un computer e non saper piantare un pomodoro"

Di Redazione |

 Si sono trasferiti a vivere sull'Appennino per fare gli apicoltori, i genitori del bimbo di 21 mesi ritrovato stamattina dopo una lunghissima notte di ansia e ricerche. Hanno scelto di andare a vivere in un casolare isolato tra i boschi dell’Appennino, perché vogliono una vita alternativa, in mezzo alla natura. La storia la racconta la stessa mamma, Pina su un sito web, spiegando i motivi che hanno portato lei e il marito   Leonardo, i genitori del piccolo Nicola e di suo fratello di 4 anni, nella valle di Campanara, frazione di Palazzuolo sul Senio, in mezzo ai boschi: «Mi sono avvicinata al mondo contadino nel 2009 dopo una laurea triennale in scienze sociali. Mi sembrava assurdo saper utilizzare un pc e non aver mai piantato un pomodoro, non saper più riconoscere una pianta velenosa da una che cura, calpestare buonissime erbe mangerecce, quale legna usare per dei manici o dei recinti».

Sul sito dell'associazione Campiaperti, comunità in lotta per la sovranità alimentare, spiega la mamma: «Non volevo sfruttare né essere sfruttata — racconta –  gli animali selvatici come tutto il resto li avevo visti nei libri così ho conosciuto Leonardo e altri con cui vivere con la tendenza all’autosufficienza. Per avere un po’ di miele per noi, nel 2009, su spinta di un amico ci procurammo una famiglia di api visitata collettivamente; le api che abbiamo adesso provengono tutte da quella lì,il secondo anno ne avevamo 3, poi cinque». In pochi anni sono diventati apicoltori arrivando a 500 alveari. Hanno messo così radici in Mugello inseguendo il sogno di una vita autosufficiente da un punto di vista alimentare. 

La famiglia vive in un casolare raggiungibile solo attraverso una strada sterrata e distante 2 chilometri dall’unico insediamento della zona, l’ecovillaggio di Campanara, dove da decenni vive una comunità dedita all’agricoltura biologica. Loro non fanno parte della comunità. Ne fanno parte invece i vicini, una coppia di tedeschi che insieme agli altri componenti dell’ecovillaggio, venuti a conoscenza della scomparsa del piccolo, si sono subito uniti alle ricerche. L’ecovillaggio si trova nel comune di Palazzuolo sul Senio ma, anche a causa della natura impervia del territorio, è difficilmente raggiungibile dal piccolo paese, situato a oltre due ore di auto in strade di montagna da Firenze.  

Il bimbo si era allontanato dalla casa in località Campanara, una zona boschiva nel comune di Palazzuolo sul Senio (Firenze). La coppia, italiana, ha anche un altro figlio, di quattro anni. I bambini, abitando in una zona molto isolata, sono stati abituati a muoversi in modo autonomo anche nelle immediate vicinanze dell’abitazione.

Nicola è un bambino molto attivo, molto vispo, che può camminare per un chilometro all’ora,  abituato a uscire dalla casa, a vivere all’aria aperta. I genitori lo hanno messo a letto dopo cena. Al mattino si sono accorti che non c'era più e hanno dato l’allarme». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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