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Operaio morto a Roma, gridò ‘aiuto’ ma non ci fu agonia

Schiacciato da cabina. Dirigente sentì urla, cc non lo trovarono

Di Redazione |

ROMA, 02 MAG – Ha gridato “aiuto” nel disperato tentativo di salvarsi la vita. Un urlo lanciato forse pochi secondi prima di morire, quando ha compreso che quell’ascensore lo stava per schiacciare. Parole percepite da un funzionario della Farnesina che ha immediatamente allertato i carabinieri in servizio presso il ministero degli Esteri che hanno effettuato un sopralluogo ma senza esito. Si è quindi consumata in pochi istanti la tragedia per Fabio Palotti, l’operaio di 39 anni, morto mercoledì, nel tardo pomeriggio, mentre era al lavoro in un vano ascensore nella sede del dicastero. I primi risultati dell’autopsia non lasciano dubbi: l’uomo è morto sul colpo a causa di gravissime lesioni da schiacciamento. Gli specialisti dell’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli, dove oggi è iniziata l’attività peritale, hanno riscontrato un quadro di ferite e fratture “devastante”, per Fabio non c’è stato scampo e dai primi elementi raccolti la morte è sopraggiunta immediatamente, non c’è stata agonia. Forse l’operaio ha tentato un disperato tentativo di rannicchiarsi in uno spazio risicatissimo, appena una manciata di centimetri. Una azione istintiva che non ha evitato però il tragico epilogo. l lavoro.

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