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Per Cri ‘centrale di risposta’ e numero di pubblica utilità 1520

Rocca, vogliamo rispondere alle crisi quotidiane e individuali

Di Redazione |

ROMA, 06 MAG – Un nuovo numero di pubblica utilità il 1520 e una nuova sede tecnologicamente più avanzata per la ‘centrale di risposta nazionale”, caratterizzata dal rosso e dal bianco, i colori sociali, e dotata di 70 postazioni per gli operatori, attualmente ne sono attive 40, che si occuperanno per sette giorni su sette, h 24, delle richieste socio-assistenziali e mediche. La Croce Rossa Italiana si rinnova ed oggi – alla vigilia della sua giornata mondiale che viene celebrata l’ 8 maggio dai 14 milioni di volontari in 192 paesi – ha tagliato il nastro della sua nuova ‘cabina di regia” a Roma, in via Ramazzini 31, alla presenza del presidente Francesco Rocca, del sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e del capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio. La nuova ‘centrale di risposta nazionale’ è anche dotata di desk dedicati all’assistenza psicologica e alle persone sorde. E’ inoltre in corso una sperimentazione di telemedicina da parte di 20 operatori grazie ad un supporto indossabile che consentirà di monitorare i parametri biometrici delle persone piu’ fragili. “La centrale di risposta nazionale – ha spiegato Rocca – è un avanzamento tecnologico poichè sono servizi che noi già davamo ma verranno svolti in una maniera più coordinata. E’ anche l’occasione per annunciare il numero 1520 che è il numero di pubblica utilità, prima avevamo un numero 800, adesso abbiamo un numero a 4 cifre a cui i cittadini si possono rivolgere per le loro necessità sociali e socio-sanitarie e per dare una risposta alle solitudini. Non entriamo in competizioni con altre realtà, la nostra è una possibilità ulteriore che viene offerta alla comunità. Da ultimo la telemedicina un altro aspetto su cui noi vogliamo investire e crescere grazie alla capillarità che la Croce Rossa ha sul territorio” Rocca ha sottolineato che l’obiettivo è di rafforzare “il rapporto con le comunità rispetto alle crisi quotidiane, pensiamo sempre ai terremoti in realtà ci sono tantissime crisi individuali a cui vogliamo dare risposte cercando di non lasciare indietro nessuno”.

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