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Ucciso per 50mila dollari, un anno fa omicidio Attanasio

Banda voleva i soldi.Moglie, 'dovevo essere con lui quel giorno'

Di Redazione |

ROMA, 21 FEB – Cinquantamila dollari per ottenere il “lasciapassare”. Soldi che non erano però nella disponibilità delle persone, tra cui l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabinieri Vittorio Iacovacci, che erano a bordo del convoglio Onu fermato da un gruppo di banditi esattamente un anno fa, il 22 febbraio in Congo. Da qui il tentativo di rapimento finito tragicamente. Dalle carte della Procura di Roma, che nelle scorse settimane ha proceduto alla chiusura delle indagini nei confronti di Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il programma alimentare dell’Onu e del suo collaboratore Mansour Rwagaza. Nei loro confronti l’accusa è di omicidio colposo per non avere rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione della missione di Attanasio. Entro la metà di marzo i magistrati romani dovrebbero procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. E proprio nei giorni in cui l’indagine romana ha chiarito i contorni dell’agguato arriva in libreria un volume in cui a parlare è Zakia Seddiki, la moglie di Attanasio, la donna di origine marocchina che il diplomatico aveva conosciuto in una sua precedente missione in Marocco. “Quel giorno dovevo essere insieme a Luca – rivela la donna -. Era una mattina normalissima, come tutte le altre, avevo preparato le bimbe e le stavo accompagnando a scuola in macchina. Luca era un sognatore che guardava il mondo come un bel giardino, sempre con grandi motivazioni, molto serio e preciso al lavoro: nonostante il viso d’angelo, si arrabbiava molto se le cose non erano fatte con correttezza e onestà”.

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