Operaio morto a Roma, gridò ‘aiuto’ ma non ci fu agonia

Di Redazione / 02 Maggio 2022

ROMA, 02 MAG – Ha gridato “aiuto” nel disperato
tentativo di salvarsi la vita. Un urlo lanciato forse pochi
secondi prima di morire, quando ha compreso che quell’ascensore
lo stava per schiacciare. Parole percepite da un funzionario
della Farnesina che ha immediatamente allertato i carabinieri in
servizio presso il ministero degli Esteri che hanno effettuato
un sopralluogo ma senza esito. Si è quindi consumata in pochi
istanti la tragedia per Fabio Palotti, l’operaio di 39 anni,
morto mercoledì, nel tardo pomeriggio, mentre era al lavoro in
un vano ascensore nella sede del dicastero. I primi risultati
dell’autopsia non lasciano dubbi: l’uomo è morto sul colpo a
causa di gravissime lesioni da schiacciamento. Gli specialisti
dell’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli, dove
oggi è iniziata l’attività peritale, hanno riscontrato un quadro
di ferite e fratture “devastante”, per Fabio non c’è stato
scampo e dai primi elementi raccolti la morte è sopraggiunta
immediatamente, non c’è stata agonia. Forse l’operaio ha tentato
un disperato tentativo di rannicchiarsi in uno spazio
risicatissimo, appena una manciata di centimetri. Una azione
istintiva che non ha evitato però il tragico epilogo. l lavoro.

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