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la morte del papa

Papa Francesco e un conclave rimodellato negli anni: meno europei (e solo 17 italiani) ma c’è un nuovo cardinale siciliano

L'ultimo concistoro nello scorso dicembre: ecco l'organismo della Chiesa chiamato ad eleggere il successore di Bergoglio

Di Redazione |

Papa Francesco ha presieduto dieci concistori durante il suo pontificato, superando così Giovanni Paolo II che ne aveva presieduti nove in quasi 27 anni, stabilendo un record. L’ultimo risale al 7 dicembre 2024, quando ha creato 21 nuovi cardinali. Con le sue nomine, Francesco, ha ridefinito il profilo del collegio cardinalizio, delineando il conclave che eleggerà il nuovo pontefice. Con il concistoro dello scorso dicembre, ha, infatti, nominato oltre il 70% degli elettori del prossimo conclave, modellandolo secondo i principi della sinodalità, dell’apertura verso le periferie e della riforma ecclesiastica.

Il codice di diritto canonico prevede che il numero dei cardinali votanti sia ordinariamente di 120, anche se i papi sono liberi di nominarne di più, se lo desiderano. Al 7 dicembre 2024, giorno scelto per il concistoro, esistevano già esattamente 120 cardinali sotto gli 80 anni che quindi potevano votare al prossimo conclave. La scelta del papa di nominare altri 21 cardinali, quindi, è dovuta al fatto che il 2025 è un anno pieno di ottantesimi compleanni per il collegio cardinalizio, anno in cui molti cardinali quindi perdono il diritto di voto in un conclave. Tra questi, il cardinale Oswald Gracias di Bombay compirà 80 anni la vigilia di Natale e altri 13 cardinali nel corso del 2025, incluse figure come il cardinale Christoph Schönborn, compiuti il 22 gennaio scorso, e il cardinale Robert Sarah, il prossimo 15 giugno.

Nonostante l’aggiunta di 21 nuovi cardinali, quindi, il numero degli elettori scenderà presto da 141 a 119 a causa del raggiungimento del limite di età di molti membri. Oggi il collegio cardinalizio è meno europeo rispetto all’inizio del pontificato del papa argentino nel 2013. I cardinali europei sono meno del 45% degli elettori, a fronte del 52% nel 2013. L’Africa e l’Asia, invece, sono più presenti all’interno del collegio, segno del cambiamento verso una Chiesa più globale e meno eurocentrica.

Papa Francesco ha anche diminuito il peso delle tradizionali potenze cattoliche come Italia e Francia. Sebbene gli italiani siano ancora i più rappresentati, con 17 elettori, il loro peso è diminuito. Queste non sono solo scelte politiche, ma pastorali: la nomina di cardinali di diocesi “periferiche” sottolinea una preferenza per una Chiesa vicina ai bisogni locali.

Tra i cardinali più recenti si distinguono figure come monsignor George Jacob Koovakad, diplomatico vaticano che si è occupato di aree sensibili come Iran, Corea e Algeria, il quale ha anche organizzato i viaggi apostolici di papa Francesco. Anche il teologo domenicano di Oxford, Timothy Radcliffe, spicca tra le tradizionali vesti cardinalizie nere e rosse per la presenza al concistoro con l’abito bianco dell’Ordine di San Domenico.

La diversificazione geografica è più evidente nelle nomine degli arcivescovi di Tokyo (Giappone), di Bogor (Indonesia), di Teheran-Ispahan (Iran), di Lima (Peru), di Santiago de Cile (Cile), di Santiago del Estero (primate d’Argentina), di Guayaquil (Ecuador), di Porto Alegre (Brasile), di Abidjan (Costa d’Avorio), di Algeri (Algeria), con un vescovo europeo fuori dall’Italia, l’arcivescovo di Belgrado-Smederevo (Serbia), e uno dall’America del Nord, l’arcivescovo di Toronto (Canada). Ha colpito poi la nomina del vescovo dell’Eparchia dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne degli Ucraini della Chiesa greco-cattolica, anziché il vescovo della Chiesa latina della stessa città.

Queste nomine non sono solo simboliche, ma indicazione chiara di un impegno ecclesiale concreto per ascoltare le sfide specifiche di contesti complessi, realizzando sempre più pienamente una Chiesa universale non solo in teoria ma anche nella prassi, come ricorda la Treccani.

La situazione italiana è particolarmente interessante. Dopo le critiche a causa della scelta di Papa Francesco di nominare cardinale il vescovo di Como nel concistoro del 2022, non rinnovando Milano come tradizionale sede cardinalizia, l’ultimo concistoro del 7 dicembre 2024 ha confermato la scelta del Santo Padre di non nominare cardinale l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Al tempo si faceva notare che anche altre tradizionali sedi cardinalizie, come quella di Torino, non erano state rinnovate. Tuttavia, la recente nomina dell’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, insieme a quella consueta nei confronti del vicario generale per la Diocesi di Roma, oggi monsignor Baldo Reina, sembrano confermare che Milano rimane un’eccezione nelle scelte cardinalizie di Papa Francesco. Infatti, nel XX secolo, l’Arcidiocesi di Milano ha dato alla Chiesa due papi: Achille Ratti eletto come Pio XI nel 1922, e Giovanni Battista Montini eletto come Paolo VI nel 1963.

Il cardinale di Torino Roberto Repole è noto per il suo impegno nella ristrutturazione pastorale delle sue diocesi, ha partecipato attivamente al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, mantenendosi capace di innovarsi ha rispecchiato l’agenda di riforma di Papa Francesco.

L’eterogeneità dei profili dei cardinali include tradizionalisti, moderati e riformisti e rende complesso prevedere l’elezione del prossimo papa, anticipando la possibile difficoltà che i cardinali del prossimo conclave facciano fatica a raggiungere un consenso unanime su chi guiderà la Chiesa nel prossimo pontificato, ha osservato, ad esempio, il teologo Luca Colacino in un articolo per il magazine della Treccani. Infatti, il collegio cardinalizio si presenta sempre più frammentato in termini di sensibilità teologiche e culturali. Se da un lato questa pluralità è una ricchezza, dall’altro potrebbe portare a tensioni interne nel discernimento del successore di Francesco. Alcuni cardinali sono più orientati verso una Chiesa missionaria e riformista, altri potrebbero sostenere una linea più tradizionale. Qualsiasi saranno le difficoltà, queste valgono la nobile direzione indicata dal Papa di rendere la Chiesa di Roma sempre più integrata nella sua innata vocazione universale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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