Pirateria audiovisiva, in arrivo multe fino a 5.000 euro per gli utenti che usano il “pezzotto” o le Iptv
Il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio annuncia provvedimenti contro lo streaming illegale
«Il modo migliore per combattere la pirateria è contrastare le associazioni criminali ma anche quelle legali (!) che fanno business rubando proprietà intellettuali. Purtroppo una tappa necessaria, anche se
probabilmente impopolare, sarà quella di multare gli utenti del pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple ma anche dai portali Amazon, gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero)». Lo dice
su Linkedin il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, spiegando che «a breve arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro».
Fino a poco tempo per piratare contenuti audiovisivi il sistema più diffuso era il cosiddetto "pezzotto" (al cliente, in sostanza, veniva fornito un apparecchio per poter decodificare il segnale criptato), oggi, invece, basta una semplice stringa di un codice che viene inviato attraverso whatsapp per poter accedere ai programmi. Il segnale viene diffuso via Iptv (Internet Protocol Television), un sistema che è perfettamente legale: la differenza sta nel fatto che le piattaforme pirata, dopo aver acquisito con regolari abbonamenti i palinsesti televisivi delle pay tv ufficiali, ricodificano il segnale assemblando i flussi dei singoli canali in un unico file, che è poi quello che riceve il cliente finale. In sostanza, il segnale viene 'incapsulato' in un unico flusso dati e distribuito attraverso la rete.