Infrastrutture
Ponte Messina sempre divisivo, Calenda: «Una presa in giro». Iv: «Salvini va sfidato»
Polemiche per i fondi da mettere in Manovra. Per il leader di Azione sarebbero disponibili 6 miliardi per sistemare le strade in Sicilia
La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina continua a dividere tra chi la reputa un’opera necessaria e chi invece considera prioritari altri servizi e infrastrutture.
“Il Ponte sullo Stretto va fatto, è un’opera fondamentale per l’Italia e per l’Europa, noi siamo favorevoli e non cerchiamo alibi. Mentre, tra i ‘signori del no’, ci sono quelli che lo dicono apertamente, e quelli che si mascherano dietro i ‘ci vorrebbe ben altro’. I benaltristi, tra i quali evidentemente c’è anche Calenda, che strizza l’occhio a chi non vuole il Ponte”. Così la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita.
“Le argomentazioni pretestuose come quella usata da Calenda nascondono la solita demagogia di chi non conosce bene le questioni infrastrutturali – spiega Paita – perché è chiaro che le risorse per il Ponte, che è sia ferroviario che stradale, ci vogliono, così come è giusto realizzare le strade e l’alta velocità in Sicilia e Calabria e la Salerno-Reggio”.
“Il punto è che servono entrambe le cose, e noi sfidiamo il governo e Salvini a realizzare l’una e l’altra cosa. Dire no al Ponte con queste argomentazioni – conclude la senatrice di Italia Viva – significa fare un favore a Salvini”.
Chiedere di mettere già nella Manovra i soldi per il Ponte sullo Stretti di Messina «è una presa in giro», ha sostenuto è il leader di Azione Calenda durante il suo intervento a «Tagadà» su La7.«Ci sono 6 miliardi in Sicilia per mettere a posto le strade – aggiunge – ma non lo sta facendo nessuno». L’Italia «è piena di soldi che si potrebbero investire», osserva, però non li spende nessuno. Ed è «assurdo parlare dei soldi per il Ponte se prima non riesci a spendere i soldi per le strade», sottolinea.
«Il Ponte sullo Stretto? Sono convinto che non se ne farà nulla, non hanno i soldi per fare un vero taglio del cuneo e per la sanità pubblica…», ha detto il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, arrivando alla festa dell’Unità di Agrigento. «Il Ponte sullo stretto non lo faranno, mi pare che siano anche divisi fra di loro. E’ diventato un elemento ideologico».
Rispetto al ponte di Messina, “oltre al problema della legalità, che sussiste e non va sottovalutato, ci sono sicuramente delle criticità ma anche delle potenzialità. Le potenzialità sono le connessioni e un accorciamento di 25 minuti del percorso. Ma ci sarebbero dei problemi strutturali, perché non esiste un ponte così lungo nel mondo. C’è un terreno che ha prodotto dei terremoti elevati, e ci sono problemi ambientali non piccoli. Quindi a mio avviso non bisogna prendere la spada e tagliare di netto. Bisogna ragionare in termini di potenzialità ma anche di criticità da non sottovalutare. Evitando di fare del marketing in proposito”, ha detto Antonio Patuelli, presidente di Abi.
«Il sottosegretario al Mef Federico Freni, per non smentire il suo leader Salvini, racconta la favoletta che il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto c’è e che quindi i cantieri potrebbero avviarsi già l’anno prossimo. Niente di più falso. Siamo, come anche Freni dovrebbe sapere, ancora nella fase dell’aggiornamento di un progetto definitivo, tutt’altra storia rispetto a percorsi e procedure, tutte ancora da avviare e lontanissime da un progetto esecutivo».Lo afferma in una nota il coordinamento Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto.«Aggiunge Freni che i soldi ci sono e che è pronto ad inserire due miliardi nella prossima finanziaria. Altra bugia: i soldi ci saranno quando il bilancio dello Stato avrà stanziato l’intera cifra.Siamo lieti che il governo intenda stanziare due miliardi per lo sviluppo dell’area dello stretto di Messina. Almeno per il miliardo sponda Messina, possiamo elencargli i migliori utilizzi possibili per le reali necessità del territorio, invece del ponte». Il coordinamento cita, tra le altre cose, i 50 milioni per il completamento del porto di Tremestieri, liberando definitivamente Messina dal traffico dei tir; 510 milioni per la riqualificazione dei navigli e del materiale rotabile e degli approdi e stazioni dello stretto di Messina per l’efficientamento dell’attraversamento dinamico dello Stretto, riducendo di molto il tempo di traghettamento dei treni (come previsto dal Mit appena nel 2022); 274 milioni previsti, e poi tagliati, del Pnrr per opere di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile dei nostri luoghi; 100 milioni per disinquinare tutta l’area della Falce e per la sua definitiva valorizzazione; 80 milioni alla realizzazione della «piastra logistico-distributiva» e al suo collegamento col porto di Tremestieri; 10 milioni a un piano integrato per l’edilizia scolastica.«E, se resterà qualcosa del miliardo – si aggiunge – finanzi in tutta la nostra Provincia opere davvero necessarie ed urgenti per la viabilità, stradale ed autostradale, e per la messa in sicurezza del territorio che frana ad ogni acquazzone».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA