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Presidente Idos, anche Italia ha la sua Guantanamo in Albania
Alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2024
ROMA, 29 OTT – “Al di là dell’umiliante fallimento che tutti noi abbiamo visto della prima prova generale e di come l’intera vicenda si evolverà, possiamo comunque dire che anche l’Italia oggi ha la sua Guantanamo in Albania, dove con un taxi del mare fornito dalla Marina Militare con viaggi di sola andata al modico costo di 250mila a carico dei contribuenti italiani, noi deportiamo richiedenti asilo maschi apparentemente maggiorenni e non vulnerabili. Solo a deportazione conclusa si è scoperto che 4 dei 16 erano minorenni” e sono stati riportati indietro prima degli altri. Lo ha detto il presidente del Centro Studi e Ricerche Idos Luca Di Sciullo alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2024. “E cosi’ in Albania, ancora una volta lontani da possibili testimoni delle nostre violenze legalizzate, – ha proseguito – nel chiuso inavvicinabile di strutture che somigliano in tutto e per tutto ad un carcere – sono recintate con le sbarre, divise in celle e sono sorvegliate da militari però non si sa perchè è vietato chiamarle così – applichiamo a migranti forzatamente separati dalle famiglie quel protocollo accelerato che abbiamo ideato apposta per dinieghi ed espulsioni: abbiamo realizzato un miracolo giuridico. Bisogna ammettere che questa invenzione giuridica tutta italiana del disbrigo extraterritoriale delle domande di asilo è perversa ma ha qualcosa anche di geniale, addirittura anticipa l’arrivo dei migranti andandoli a pescare letteralmente fuori dalle rotte italiane, offre loro un trasporto assolutamente spesato in un Paese terzo ed istruisce una valutazione lampo orientata al suo esito orientata al suo esito, cioè il diniego per una gamma generosamente vasta di Paesi d’origine accertati perfino sommariamente e anche per decreto abbiamo continuato ad inserire a manica extralarga tra quelli sicuri. Quindi non stupisce che questa invenzione – ha sottolineato – sia assurta a modello d’ispirazione delle politiche comunitarie”.