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Presto in Ucraina anche armi inviate dall’Italia: elenco resta “top secret”

Il decreto contiene l’elenco del materiale bellico che dovrebbe comunque comprendere armi maneggevoli, indicate ad essere usate nel contesto urbano, insieme alle mitragliatrici leggere ed ai proiettili in grande quantità 

Di Massimo Nesticò |

Servono subito, non tra qualche giorno. Un salto di qualità dell’offensiva russa potrebbe infatti mettere a ferro e fuoco le città ucraine assediate. E ognuna delle armi promesse da Roma – mitragliatrici, mortai, lanciatori anticarro – sono attese con ansia dai combattenti che resistono all’avanzata di Mosca. Per questo dopo il decreto "top secret" con l’elenco del materiale bellico, firmato ieri dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, la macchina per il trasporto si è messa in moto. 

La lista degli armamenti da inviare – insieme all’equipaggiamento di difesa come elmetti, giubbotti antiproiettile, metal detector – è stata fatta sulla base delle richieste arrivate da Kiev, dove si preparano alla guerriglia "porta per porta" che potrebbe anche durare a lungo se la Russia non deciderà di utilizzare in maniera massiccia i bombardamenti aerei. Ecco quindi gli Stinger anti-aereo e i mortai anticarro, armi maneggevoli, indicate ad essere usate nel contesto urbano, insieme alle mitragliatrici leggere ed ai proiettili in grande quantità che fanno parte dei rifornimenti promessi. 

Sui media in questi giorni sono usciti più volte indiscrezioni sul tipo e la quantità degli armamenti italiani ed oggi il ministero della Difesa ha voluto precisare che il contenuto del decreto «è stato secretato per ovvi motivi di riservatezza, trattandosi di materiale sensibile. Ogni ipotesi pubblicata, dunque, è da considerarsi basata su valutazioni prive di qualsiasi riscontro ufficiale e oggettivo». A quanto si apprende il decreto secretato conterrebbe un elenco piuttosto generico. Il ministro Guerini, però, sottolinea la Difesa, ha informato «i competenti organi del Parlamento», nel corso di un’audizione durata quasi 3 ore al Copasir. 

Con la guerra in corso e le minacce arrivate da Mosca – il ministro degli Esteri Serghei Lavrov che ha parlato esplicitamente di «conseguenze» per i Paesi Ue «coinvolti nella fornitura di armi letali alle forze armate ucraine» – è comprensibile la cautela del Governo riguardo all’argomento. Il dado però è tratto. L’Italia, peraltro, è solo uno dei tanti Paesi, Usa in testa, che hanno deciso supportare non solo con dichiarazioni di solidarietà e aiuti umanitari, ma anche con materiale per combattimento il Paese attaccato dalla Russia. Armi di vari Paesi sono già arrivati in territorio ucraino tramite aerei e convogli terrestri. I confini ovest del Paese sono infatti ancora attraversabili. Agli aspetti logistici della consegna lavorano assetti Nato ai quali l’Italia partecipa con la mobilitazione di militari fino a 1.350 unità che fanno parte delle forze ad alta prontezza della 'Very high readiness joint task forcè dell’Alleanza Atlantica. Team con specialisti addestrati a muoversi in territorio nemico.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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