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Presunta storia tra preside e studente: lei nega, lui conferma

La dirigente scolastica del liceo Montale, è stata ascoltata dagli Ispettori dell’Ufficio scolastico regionale intervenuto per attivare delle verifiche

Di Redazione |

Dal liceo romano Montale, investito dalla bufera mediatica dopo le indiscrezioni sulla presunta relazione tra uno studente 19enne e la preside, ora emergono opinioni contrastanti. Se ieri il Collettivo in una nota aveva chiesto le dimissioni della dirigente «perchè doveva dare l'esempio», oggi fuori dall’Istituto a Bravetta, noto fino a poco tempo fa solo perchè nelle sue aule era passato Damiano David dei Maneskin, gli studenti sembrano non concordare con quella posizione. 

«La maggior parte degli studenti non è indignata. Pensiamo in molti la stessa cosa: "Sono maggiorenni fanno come gli pare". Nel caso poi non c'è nemmeno stata compromissione nell’andamento scolastico del ragazzo, per cui qual è il problema?», dice uno studente uscendo dall’Istituto ormai presidiato dai giornalisti. Ad essere più indignati per la presunta relazione tra la preside e il giovane «sono i professori», precisa uno studente. Una presunta relazione che allo stato la donna smentisce, giustificando tutto con una sorta di guerra professionale e spiegando che «collaboratori infedeli mi hanno voluto danneggiare», mentre lo studente avrebbe confermato la liason in almeno due audizioni davanti ad alcuni responsabili dell’Istituto. Oggi poi la preside è stata ascoltata dagli Ispettori dell’Ufficio scolastico regionale intervenuto per attivare delle verifiche. A loro ha raccontato la sua verità. Il clima a scuola, dicono gli studenti, «è un pò pesante, si è creato un gossip, ne va anche della reputazione della scuola ma ora a pagare rischia di essere solo la preside, si parla persino di licenziamento», dice più d’uno tentando di schivare i giornalisti. Uno studente, amico del 19enne, sostiene che «lui si è pentito che sia uscita questa storia, è dispiaciuto: io sapevo che le chat con la preside erano solo colloqui cordiali». Anche i genitori stazionano davanti all’Istituto. Una mamma stigmatizza le scritte sui muri presumibilmente all’indirizzo della dirigente, «La laurea in pedagogia l’ha presa troppo seriamente», «Il Montale sa e non dimentica», e bolla la vicenda come «un pò moralista e bigotta: lui è maggiorenne, non mi interessa che sia successo veramente o meno. Non mi piace tutto questo. Sono cose private, doveva essere risolto all’interno dell’ambito scolastico, tra le quattro mura. Una dirigente deve mantenere il suo ruolo ma io solidarizzo con le donne. Inoltre le chiacchiere ci metti poco a farle girare». E conclude con un parallelo azzardato: «Macron a 15 anni si è messo con l’insegnante più grande di lui e poi si è sposato, ora guarda dove stanno».

Il destino di questa storia sarà sicuramente diverso. Al momento a rimanere incerto poi è il futuro della preside. Questa mattina, infatti, la direttrice si sarebbe recata all’Ufficio scolastico regionale per un colloquio con gli ispettori che si stanno occupando della vicenda. L’ufficio scolastico regionale dovrà occuparsi di verificare se il comportamento della dirigente «ha violato la sua funzione», ovvero se in qualche modo, la relazione, se fosse accertata, possa davvero aver condizionato la condotta all’interno dell’istituto e inficiato lo svolgimento della vita scolastica del 19enne, o il suo rendimento. Poi l’ultima decisione sarà a discrezione dell’Ufficio. Insomma la dirigente attende che fine farà la sua vita professionale. Il 19enne invece, «profitto eccellente e testa sulle spalle» -dice chi lo conosce-, ha davanti a se' l’esame di maturità.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA