Referendum, il secondo quesito su tutele e piccole imprese
Il secondo quesito dei quattro referendum sul lavoro promossi dalla Cgil incide sui licenziamenti illegittimi delle piccole imprese. In particolare, riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti: qui in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto di lavoro.
Secondo i proponenti, il bacino di lavoratori sottoposti alla norma è di circa 3 milioni e 700mila dipendenti. L’obiettivo del referendum abrogativo - sostiene la Cgil che lo ha proposto - è quello di 'innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limitè.
Tra gli argomenti dei proponenti anche la cancellazione di una differenziazione tra lavoratore di piccole imprese e lavoratore di aziende più grandi. Per chi contrasta il quesito la cancellazione del tetto dei sei mesi agli indennizzi delle piccole imprese rischierebbe per loro di rendere imbrigliato il mercato del lavoro: non ci sarebbe infatti una soglia di rischio per l’indennizzo da pagare in caso di licenziamento. Come nel primo quesito il dilemma è nel punto di equilibrio che va ricercato tra flessibilità delle imprese e tutela dei diritti di chi lavora.
IL QUESITO: «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante «Norme sui licenziamenti individuali», come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: «compreso tra un», alle parole «ed un massimo di 6» e alle parole «La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro"?».