Rigopiano, udienza rinviata. Fissato nuovo calendario

Di Redazione / 29 Aprile 2022

PESCARA, 29 APR – Il rinvio dell’udienza odierna del
processo per la tragedia di Rigopiano era cosa nota ormai da
inizio aprile, quando i consulenti nominati dal Gup Gianluca
Sarandrea erano andati sul luogo della valanga per terminare lo
studio sulle cause del disastro che, il 18 gennaio 2017, portò
al crollo del resort e alla morte di 29 persone. Per i familiari
delle vittime, però, il ritorno in aula questa mattina è stato
piuttosto amaro. Hanno dovuto prendere atto del fatto che il Gup
ha concesso ulteriori 60 giorni di tempo per la consegna della
perizia finale. La scadenza dunque non sarà più fissata al 12
maggio, ma slitta a luglio. A questo punto a cambiare sono anche
gli scenari futuri. Con la chiusura del tribunale per la pausa
estiva le udienze non riprenderanno prima di ottobre. Le
prossime date fissate sono quelle del 26, 27 e 28 ottobre e poi
9, 10 e 11 novembre. Anche se tutto questo non dovrebbe incidere
sui tempi. Il giudice, alla ripresa, sembra intenzionato a
procedere sulle tre udienze settimanali per arrivare a una
sentenza finale al massimo per inizio 2023.
Amareggiati i parenti delle vittime. Questa mattina a Palazzo
di Giustizia di Pescara erano presenti diversi familiari delle
29 persone che persero la vita nel resort travolto dalla
valanga. “Sapevamo dei trenta giorni richiesti per portare
avanti le perizie – spiega Gianluca Tanda – ma dei sessanta lo
abbiamo appreso successivamente dalla stampa. Oggi siamo qui per
capire bene il motivo. Anche perché la perizia fatta dalla
Procura è più che valida e siamo convintissimi che tutti gli
altri periti del giudice e non di parte faranno un ottimo
lavoro. Noi auspichiamo che ci siano condanne certe. La chiusura
nel 2023 vedremo. Oggi hanno fatto un calendario fisso. La paura
della prescrizione c’è, anche se minima, e quel minimo dobbiamo
spazzarlo via. Non possiamo tornare a casa con il dubbio di dire
ai nostri cari che non sappiamo chi è il colpevole. Vogliamo
sapere e lo chiediamo dall’inizio chi sono i colpevoli e chi gli
innocenti. Adesso bisogna lavorare sul contenuto delle udienze –
conclude Tanda – Non è stata colpa della natura. Le
responsabilità vanno accertate”.

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