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Statale, ‘avanti con accordi con università di ogni Paese’

Il Senato accademico, 'degrado crescente, finisca l'occupazione'

Di Redazione |

MILANO, 27 MAG – L’università Statale di Milano “intende proseguire la collaborazione scientifica con le università straniere di ogni Paese”: è quanto si legge nella mozione approvata dal Senato accademico dell’ateneo. Il Senato accademico chiede anche “la cessazione dell’occupazione degli spazi delle sedi universitarie, denunciando con forza la situazione di crescente gravità e progressivo degrado” e auspica che, “anche attraverso la concessione di spazi specifici, venga immediatamente restaurato il diritto a una legittima libertà di espressione e civile protesta in modo da garantire il diritto costituzionale allo studio e al libero accesso a tutti i locali dell’ateneo”. Gli studenti che partecipano alla protesta in tenda e aspettavano il responso del Senato accademico, in particolare sulla scelta di proseguire o meno negli accordi con le università israeliane, sono ora riuniti in assemblea per decidere cosa fare. Per quanto riguarda gli accordi con altre università, la commissione Atti Istituzionali valuterà gli accordi in essere con enti e istituzioni nazionali e internazionali, “con particolare attenzione a contenuti collegati allo sviluppo di tecnologie belliche o dual use” anche se la Commissione, viene sottolineato nel testo approvato, si riunirà solo a occupazione terminata. Così come viene ricordato che le comunità universitarie israeliane “chiedono la liberazione degli ostaggi e di porre fine senza indugio alla guerra a Gaza”. Ad ogni modo nella mozione il Senato accademico sottolinea che “il massacro di civili perpetrato dal governo israeliano a Gaza, dopo l’orrore del 7 ottobre ad opera dei terroristi di Hamas, e che ha condotto alla immane catastrofe umanitaria di cui è vittima il popolo palestinese, ha superato ogni limite” ed esprime “la propria condanna della escalation di violenza in atto a Gaza, che ha comportato la morte di decine di migliaia di civili e la distruzione della gran parte degli edifici scolastici”. Ribadendo “con forza” la richiesta di un “cessate il fuoco immediato”.

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