Tumore fegato: UniTs individua nuovo approccio terapeutico

Di Redazione / 14 Aprile 2022

TRIESTE, 14 APR – La 5-azacitidina è un farmaco
autorizzato per la cura di alcune malattie del sangue e in fase
di studio contro alcuni tumori solidi, come il carcinoma
epatocellulare: un tumore primitivo del fegato con scarse
possibilità di cura ed elevata mortalità. Uno studio coordinato
dall’Università di Trieste, svela che 5-azacitidina blocca la
crescita e la migrazione delle cellule tumorali, ponendo solide
basi per una nuova terapia nell’uomo.
Lo studio, pubblicato su Cancers, ha chiarito, per la prima
volta, alcuni dettagli del meccanismo molecolare di azione del
farmaco nelle cellule del carcinoma epatico (o carcinoma
epatocellulare, HCC). UniTs ha coordinato gruppi di ricerca
nazionali (Università Federico II di Napoli, di Pavia, di
Padova, CRO di Aviano) e internazionali (istituti di Lubiana,
Slovenia; Brno, Cechia; Ho Chi Minh city, Vietnam; Toronto,
Canada).
Ha sottolineato il prof. Gabriele Grassi docente di
Biochimica clinica di UniTs, coordinatore dello studio, che “non
esiste un trattamento farmacologico sufficientemente efficace
per contrastare il carcinoma epatico in fase avanzata. Per
questo, la comunità scientifica è alla ricerca di nuove
strategie terapeutiche. La 5-azacitidina o suoi derivati, in
futuro, potrebbero essere una di queste e offrire nuove speranze
ai pazienti”.
La 5-azacitidina è farmaco “demetilante”, ossia in grado di
ridurre la quantità di particolari gruppi chimici aggiunti alla
sequenza di base del DNA dalle cellule stesse, a scopo
regolatorio: un processo noto come metilazione del DNA. In molte
cellule tumorali, la metilazione del DNA avviene in modo anomalo
e ciò permette alle cellule di acquisire più capacità di
moltiplicarsi e muoversi nei tessuti sani, colonizzandoli con
nuovi foci tumorali o metastasi.

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