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Ustica, dopo verità di Amato su missile e Gheddafi, un coro di richieste: «Via il segreto di Stato»

L'ex premier ha affermato che ad abbattere il Dc9 dell'Itavia fu un missile francese che sarebbe stato destinato al leader libico

Redazione La Sicilia

02 Settembre 2023, 13:26

Giuliano Amato e strage di Ustica

Le dichiarazioni dell'ex premier Giuliano Amato sulle cause della strage di Ustica in cui morirono 81 persone, stanno sollevando un polverone, così com'era prevedibile, e una richiesta quasi univoca da parte di tanti esponenti del mondo politico e non solo. In molti chiedono la rimozione del segreto di Stato. Amato in un'intervista a La Repubblica ha esposto la sua verità: «Fu un missile francese ad abbattere il Dc9 e su quell'aereo si sarebbe dovuto trovare il leader libico Gheddafi, che evitò di imbarcarsi su quel velivolo dopo l'avvertimento di Bettino Craxi.

«Quello che facciamo al Copasir è segreto e non mi permetterei mai di rivelarlo. Amato ha detto delle cose importanti. Noi da sempre chiediamo la desecretazione di tutti gli atti e le pagine non chiare di quegli anni. Amato dice delle cose, in passato ha detto l’esatto opposto». Lo afferma Giovanni Donzelli, vice presidente del Copasir e responsabile organizzazione di Fdi a margine della kermesse dei Conservatori e Riformisti a Reggio Calabria. «Ci chiediamo - prosegue Donzelli - perchè Amato oggi dica queste cose, lo spiegherà per bene e spiegherà anche perchè in passato ha detto altre cose, ma ben venga quando le persone parlano è una buona notizia e quando ciascuno dice la sua verità è una buona notizia. Il problema è quando le persone stanno in silenzio».

«Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant'anni, scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala». È quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli che annuncia: «condividerò con
l'intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell'inchiesta».

«Borsellino - prosegue il vicepresidente del Csm - portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori».
«Per tali ragioni, condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell'inchiesta, nonché il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca. Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione - per quanto possibile - della verità storica della tragedia di Ustica», ha concluso Pinelli.

«Fu un missile francese ad abbattere il DC9 Itavia sui cieli di Ustica, lo ha detto Giuliano Amato che è stato presidente del consiglio nel '92-'93. Chiedo a Giorgia Meloni di convocare subito il Cdm e togliere il segreto di Stato per dare conferma ufficiale: un atto ormai inevitabile». Così su X il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.

Sulla strage di Ustica «noi chiediamo da sempre che verità e giustizia vengano portate avanti e tutte le istituzioni coinvolte si assumano le loro responsabilità», ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, commentando le parole dell’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato.