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Le nuove sfide della comunicazione corporate, professionisti a confronto

Di Redazione |

MILANO (ITALPRESS) – Di fronte a un ruolo sociale sempre piú marcato da parte delle imprese, la comunicazione e il ruolo dei professionisti diventano ancora piú cruciali per la crescita e la reputazione delle aziende. È quanto emerge dall’indagine “Quali nuovi orizzonti aprirá la comunicazione corporate?” realizzata da EY in collaborazione con SWG e presentata oggi a Milano nell’ambito dell’incontro organizzato da FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) “I nuovi orizzonti della comunicazione”. “La pandemia, il conflitto e l’accelerazione dell’intelligenza artificiale sono tutti elementi che hanno reso il mestiere di comunicatore piú complesso. Ma c’é un’opportunitá: é aumentata la riconoscibilitá dei professionisti, é aumentato il valore aggiunto che riescono a dare rispetto al mercato”, ha spiegato Alessandro Vanoni, Italy Brand and Communications Director and Europe West Brand Strategy Leader di EY. Proprio il report di EY mostra che “la comunicazione corporate in Italia oggi é sempre piú strategica: piú dell’80% degli intervistati ha detto che la comunicazione ha un ruolo sempre piú centrale nel supportare la strategia e il posizionamento delle aziende. Un ruolo sempre piú riconosciuto, cosa non scontata nel nostro mestiere: oltre il 60% degli intervistati ritiene che sia un ruolo in crescita all’interno dell’azienda e oltre la metá vede una maggiore responsabilitá attribuita alla nostra funzione, sempre piú un elemento collante tra la strategia interna dell’azienda e il contesto esterno”. Ma quali sarebbero quindi le caratteristiche dei nuovi comunicatori? Per il 40% degli intervistati la prima caratteristica che il candidato ideale deve possedere é la capacitá di pensiero strategico, a seguire una rete di relazioni consolidata (27%) e velocitá di esecuzione (17%). Quindi, capacitá di cambiare rotta rapidamente e di pensare fuori dagli schemi sono le principali qualitá del comunicatore efficace. “La capacitá di fare questa fusione e di restituire un pensiero strategico é una grande opportunitá per le aziende per definire un posizionamento e costruire una reputazione sostenibile nel tempo, con peró il caveat della capacitá di adattare velocemente la propria strategia rispetto ad un mondo sempre piú veloce – ha sottolineato Vanoni – Tutto quello che abbiamo visto fino ad ora é andato in espansione, non in sostituzione o integrazione. Quello che serve é avere professionisti che abbiano la capacitá di cogliere il contesto, unirlo alla strategia interna e proporre soluzioni nuove e rapide per creare valore per l’azienda”. “Il futuro della comunicazione ha numerose sfide: mantenere la propria credibilitá aziendale, riuscire ad avere team piú performanti e capaci di fare un uso migliore del budget per raggiungere i propri obiettivi, riuscire a rendicontare in modo credibile l’impatto delle proprie attivitá e continuare ad alimentare questo posizionamento interno ed esterno dell’azienda basato sulla qualitá del contenuto”, ha concluso Vanoni. Per la Public Affairs, Communications and Sustainability Director Italy di Coca-Cola, Cristina Camilli, “la comunicazione ha la necessitá fondamentale di mettere insieme il mondo esterno con quello dei valori interni all’azienda. Per fare questo, deve necessariamente rispettare quello che sta avvenendo fuori da noi, mantenendosi peró ben radicati ai valori interni all’azienda. Pertanto, é fondamentale ascoltare molto ed essere sempre in grado di trasferire la voce giusta dell’azienda”. Nonostante le differenze valoriali e reputazionali di ogni singola azienda, le sfide per i comunicatori d’impresa sono le stesse e a volte assai impegnative. Secondo Camilli, una di queste “é riuscire a comunicare in modo qualitativamente alto”. “Oggi é emerso che i messaggi sono tanti e spesso c’é molto rumore. La capacitá dell’azienda deve essere quella di uscire da questo rumore. Probabilmente, comunicare meno ma meglio, quindi con un effettivo valore di quello che si ha da dire e che sia importante per il target al quale ci si rivolge”, ha aggiunto. Un accento sulla professionalitá dei team ribadita anche dal Corporate Communication & Sustainability Director di Sisal, Fabio Ventoruzzo. “Credo che una delle grandi sfide della comunicazione é integrarsi all’interno delle strategie dell’azienda. Non significa necessariamente essere strategici, ma accompagnare i percorsi di crescita e sviluppo delle aziende nel medio-lungo periodo – ha affermato – Dal punto di vista delle competenze e delle professionalitá, per i comunicatori questa é una delle sfide piú grandi perchê significa cambiare il lessico, le competenze con cui si approcciano alcune tematiche della comunicazione per avvicinarsi sempre piú all’integrazione con il business e con la strategia per l’azienda”. Di fronte a cambiamenti esterni dirompenti quali l’avvento di Chat Gpt, sembra che il ruolo dei comunicatori sia destinato ad essere rivoluzionato e quasi automatizzato. Per Ventoruzzo tuttavia c’é ancora spazio per un elemento cruciale: il fattore umano. “In questa epoca di Data Economy, credo che la capacitá di saper non tanto leggere i dati, ma di avere quell’elemento umano che permette di dare significati a quei dati oggi é una delle competenze piú richieste per poter costruire le strategie di comunicazione – ha sottolineato – C’é un’altra competenza che probabilmente cambia perchê cambia lo scenario esterno: la responsabilitá dei comunicatori e della comunicazione. Fare comunicazione significa essere sempre consapevoli delle conseguenze che la comunicazione produce nei confronti degli stakeholders e quindi credo che la deontologia, l’etica e la responsabilitá siano centrali nel corpo di conoscenze e strumenti di un buon professionista”. – foto xh7/Italpress – (ITALPRESS). xh7/fsc/red 27-Mar-23 20:18

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