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Vanoni “Comunicazione aziendale sempre piú strategica e tecnologica”

Di Redazione |

MILANO (ITALPRESS) – “La comunicazione é sempre piú strategica, integrata, adattiva e tecnologica”. Lo afferma Alessandro Vanoni, Brand & Communications Director di EY Italia, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. Al centro dell’intervista la terza edizione dell’indagine “Leader della comunicazione” realizzata da EY in collaborazione con SWG. La comunicazione é “strategica, perchê quasi il 90% dei responsabili vede la funzione acquisire un’importanza sempre piú rilevante all’interno dell’azienda – ha spiegato Vanoni -, soprattutto per posizionarla e per gestire la reputazione. Integrata perchê lavora sempre di piú e sempre meglio con le funzioni aziendali (e questo non é scontato). Adattiva perchê é in grado di cambiare i piani, di adattarli e di adattarsi al contesto esterno ed interno molto piú velocemente rispetto a prima: il 90% degli intervistati ha dichiarato che cambia i piani in corso d’anno e non necessariamente una volta all’anno, ma anche anche una volta al mese o a livello trimestrale. Tecnologica perchê anche rispetto all’anno scorso aumenta la consapevolezza dell’intelligenza artificiale non piú solo come opportunitá, ma compagno di viaggio necessario per essere piú efficienti, ma anche per iniziare a creare valore”. Per Vanoni “la tecnologia influenza e innesca la trasformazione, anche nella comunicazione” che “é una delle discipline dove c’é maggiore possibilitá e potenzialitá di cambiamento e, in secondo luogo, é una di quelle aree dove la trasformazione sta avvenendo effettivamente. Quasi la metá del campione che abbiamo intervistato é addirittura entusiasta della possibilitá dell’intelligenza artificiale rispetto alla comunicazione, soprattutto all’interno delle aziende medie e grandi”, che “sono quelle che sono state in grado di dotarsi di funzione di comunicazione evolute che riescono a sfruttare il meglio della tecnologia e ovviamente anche il meglio delle risorse interne”. Da questo punto di vista, spiega, “la fiducia é un tema molto importante: l’anno scorso vedevamo un grande interesse da parte dei responsabili, ma con un po’ di attendismo: sí, é una tecnologia interessante, ma da capire. Nel giro di 12 mesi vediamo invece come le funzioni hanno implementato con grande forza e sono giá riuscite ad efficientare una serie di iniziative, dalla capacitá di usare l’IA nelle attivitá piú quotidiane della comunicazione (comunicati stampa, rassegna stampa e brief) alle attivitá piú creative”. In EY “la funzione di brand marketing e comunicazione implementa con grande forza l’IA. Nell’ultimo anno ci siamo dedicati a una formazione molto forte nella materia, perchê é chiaro che non dobbiamo confondere quello che ci sembra accessibile con il modo giusto poi di utilizzarlo: l’IA é intuitiva, peró poi ci deve essere un expertise per utilizzarla. Abbiamo lavorato molto sul riuscire a trovare delle aree di efficienza per fare in meno tempo le stesse attivitá, il che ci permette di investire per farne di piú”, ha sottolineato. “È chiaro che viviamo un momento in cui rimanere rilevanti sul mercato é un esercizio sempre piú complesso. Veniamo da tempi dove il piano di comunicazione prima era quasi un trattato intoccabile e immutabile nel corso dell’anno: cambiarlo voleva dire aver fatto una cattiva pianificazione. Oggi abbiamo superato quella credenza, il piano di comunicazione é un esercizio di progetto, con annotazioni, cambiamenti e opportunitá. È inevitabile che, se vogliamo supportare le aziende nella trasformazione, dobbiamo essere i primi a trasformarci”. Per questo “adattiamo la nostra strategia di comunicazione ai grandi temi che ci sono nella societá: l’intelligenza artificiale, la tecnologia, la sostenibilitá, il tema dell’energia”. Una comunicazione integrata “é una comunicazione che in grado di ascoltare, di dialogare e poi di creare valore: é un tema sempre piú presente” e “non va dato per scontato: veniamo da un mondo dove la comunicazione era nella torre d’avorio, aggiungeva del valore estetico o abbelliva delle cose. Chiaramente questo richiede uno scatto da parte dei professionisti della comunicazione”. La reputazione “per noi é tutto, ma é fondamentale per ogni professionista che si occupa di queste tematiche”. Per Vanoni, “in un mondo molto affollato, sapersi distinguere e comunicare bene fa la differenza. Una maggiore complessitá sociale ed economica non vuol dire che la comunicazione debba essere piú complicata”, ma solo “piú sofisticata”. Questo vuol dire “usare tutti i metodi che vanno dalle competenze umane alle relazioni, fino all’intelligenza artificiale: solo cosí si aggiunge del valore, é un’opportunitá che non si puó perdere”. – Foto Italpress – (ITALPRESS). xi2/sat/red 14-Mar-25 12:22

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