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Le indagini

Catania, "l'angolo" della droga di via Capo Passero: lo spaccio organizzato in cui nulla è lasciato al caso

Cinque turni di “lavoro” per coprire l’intera giornata, minorenni utilizzati senza scrupolo alcuno come pusher. Cocaina, marijuana e l’immancabile crack le sostanze smerciate

Francesca Aglieri Rinella

06 Dicembre 2025, 07:00

Catania, "l'angolo" della droga di via Capo Passero: lo spaccio organizzato in cui nulla è lasciato al caso

Telecamere in stile “grande fratello” che catturano minuziosamente anche i dettagli più insignificanti della piazza di spaccio di via Capo Passero, a Trappeto Nord, in quel dedalo di alloggi popolari, spesso occupati abusivamente. E un modus operandi in cui nulla è lasciato al caso.

Sono complessivamente 36 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta denominata “L’angolo” che ha portato all’arresto di 27 persone, 15 in carcere e 12 ai domiciliari. Per quattro indagati è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre altri cinque sono ancora ricercati. Gli indagati sono accusati di avere messo in piedi un’attività continuativa di vendita e di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: marijuana, cocaina e crack.

Via Capo Passero è da tempo considerata una delle “piazze” di spaccio più attive e strutturate della città. Un luogo in cui ciò che per il cittadino è visto come degrado urbano, per le forze dell’ordine è un “fortino” organizzato dello smercio di stupefacenti, un supermarket della droga, attivo 24 ore su 24.

Le indagini portate avanti negli anni hanno ricostruito un sistema complesso e sorprendentemente “imprenditoriale”: un’attività criminale pianificata e continuativa, che somiglia più a un’impresa illegale che a una semplice “piazza di spaccio”. Con un dato su tutti: l’aspetto più drammatico e allo stesso tempo paradossale che riguardava l’uso sistematico di minorenni per lo spaccio.

Per questo le indagini inizialmente condotte dai carabinieri della Stazione di Sant’Agata Li Battiati per conto della Compagnia di Gravina si sono svolte sotto il coordinamento della procura ordinaria (con il procuratore Francesco Curcio) e di quella per i minorenni (con la procuratrice Carla Santocono). Indagini che si sono sviluppate soprattutto attraverso attività di osservazione e di monitoraggio delle aree di interesse, suffragate da arresti in flagranza di reato, acquisti di droga, sequestri di denaro e del materiale utile al confezionamento delle dosi di sostanza stupefacente, permettendo di ricostruire i ruoli degli indagati, caratterizzati da una sistematica attività di commercio con turni e orari prestabiliti, idonei a coprire le 24 ore, per sette giorni a settimana, sia con la pioggia che con il sole. Tre indagati avrebbero anche continuato l’attività di spaccio benché fossero agli arresti domiciliari sempre per reati in materia di droga. Durante le indagini sono stati due gli arresti in flagranza di reato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente e le 38 segnalazioni amministrative nei confronti di acquirenti della sostanza stupefacente.

L’attività di polizia giudiziaria e il periodo di attivazione delle video-camere hanno portato alla luce l’esistenza della fiorente attività di spaccio. La visione continua delle registrazioni e l’analisi delle riprese hanno poi consentito agli investigatori di “studiare” l’operatività del gruppo criminale, l’abbigliamento, i mezzi di trasporto analizzati, le fattezze fisiche e i segni particolari di ognuno che hanno portato all’identificazione degli indagati. I video hanno “immortalato” la cessione delle dosi che avveniva sistematicamente sotto la costante vigilanza di vedette “fisse” munite di ricetrasmittenti e di vedette “mobili” che si spostavano a bordo di scooter e moto e che avvisavano tempestivamente i pusher dell’arrivo delle forze dell’ordine. Attraverso i filmati è stato possibile anche ricostruire nel dettaglio l’attività di spaccio articolata in sei turni di lavoro: dall’una di notte alle sei del mattino, dalle 9 alle 13, dalle 13 alle 15, dalle 15 alle 18, dalle 18 alle 21 e dalle 21 all’una di notte. Ed è stato facile anche risalire ai ruoli degli indagati: alcuni impiegati come venditori al dettaglio di sostanze stupefacenti, altri come vedette e collaboratori, altri ancora come capi-turno incaricati della supervisione dello spaccio in ciascuna delle fasce orarie.