Lavoro
Call center, “con cessione del ramo Mics 200 posti di lavoro a rischio”: presidio a Catania
Gianluca Patanè, di Slc Cgil, e Gaetano Cristaldi, di Ullcom Uil, annunciano per il 17 marzo una protesta dei lavoratori del call center di Motta Sant'Anastasia contro la gestione della nuova proprietà
«La cessione del ramo Mics alla nuova proprietà, non ha portato i benefici sperati. Enel Energia, che è il principale committente dei servizi, deve assumersi le proprie responsabilità e garantire la continuità occupazionale. Abbiamo chiesto un intervento al Mimit e attendiamo una convocazione ufficiale. Chiederemo anche alla Regione di aprire un tavolo di confronto, come già accaduto per Almaviva, per evitare azioni societarie che possano compromettere ulteriormente la situazione». Lo affermano Gianluca Patanè, di Slc Cgil, e Gaetano Cristaldi, di Ullcom Uil, annunciando per il 17 marzo una protesta a Catania dei lavoratori del call center Mics di Motta Sant’Anastasia contro quella che definiscono «la gestione della nuova proprietà che, in soli sei mesi ha messo in pericolo oltre 200 posti di lavoro». Il presidio, annunciano i sindacati, si terrà in viale Ulisse davanti alla sede dell’Enel di Catania, che è principale committente della società.
«Il passaggio di proprietà del call center Mics, avvenuto il 1 agosto 2024 con il benestare del Mimit – ricostruiscono i sindacati – avrebbe dovuto rilanciare l’azienda. Invece, in meno di sei mesi, la situazione è precipitata: mancato pagamento delle spettanze, delle cessioni del quinto e dei contributi al fondo pensione complementare, fino ad arrivare all’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 27 lavoratori, oltre a due già licenziati individualmente. Una situazione drammatica che mette a rischio il futuro di centinaia di famiglie e che, richiede un intervento immediato delle istituzioni. Abbiamo chiesto al Mimit e attendiamo una convocazione ufficiale. Chiederemo anche alla Regione – aggiungono Slc Cgil e Uilcom Uil – di aprire un tavolo di confronto, come già accaduto per Almaviva, per evitare azioni societarie che possano compromettere ulteriormente la situazione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA